sabato, 27 Aprile, 2024
Cultura

Addio a Robert Blake, il “Baretta” televisivo. Fu assolto dall’accusa di aver ucciso la moglie

Ci ha lasciato, ad ottantanove anni, Robert Blake, l’attore americano vincitore del premio Emmy, divenuto noto per aver interpretato, negli anni settanta, il poliziotto “Baretta” e, in seguito, per essere stato accusato di uxoricidio. Accusa per la qualche fu assolto dopo un lungo processo.
La nipote della star hollywoodiana, Noreen Austin, ha dichiarato, in un comunicato stampa, che Blake è morto per malattie cardiache, circondato dalla famiglia nella sua casa a Los Angeles.
Blake, il cui vero nome era Michael James Gubitosi, aveva passato l’intera vita sotto i riflettori. Nato il 18 settembre 1933 a Nutley, nel New Jersey, figlio di un immigrato italiano e di un’italoamericana, già all’età di due anni, si esibiva con il fratello e la sorella in uno spettacolo di vaudeville per famiglie chiamato “The Three Little Hillbillies”. Dopo il trasferimento della Los Angeles, i piccoli apparvero in alcune comparse cinematografiche. Il piccolo Mickey venne scelto per interpretare uno dei bambini della celebre commedie “Our Gang”, nota in Italia con in titolo “Simpatiche canaglie”. Interpretò il giovane John Garfield in “Humoresque” nel 1946 e il ragazzino che vende a Humphrey Bogart un biglietto della lotteria cruciale in “Il tesoro della Sierra Madre”. Si aggiudicò due Emmy: il primo nel 1975, per la sua interpretazione di “Baretta” e, nel 1993, come protagonista di “Judgment Day: the John List Story”, dove interpretava un uomo dalla voce pacata e devoto che uccide moglie e tre figli.
Robert Blake non si è più ripreso dal lungo calvario iniziato con la morte di sua moglie, Bonny Lee Bakley, fuori da un ristorante di Studio City, il 4 maggio 2001. La storia del loro strano matrimonio e della sua fine violenta è stata degna di una tragedia hollywoodiana. Irremovibile nell’affermare di non aver ucciso la moglie, venne assolto dalla giuria dopo un lungo processo. Le sua lotta con l’alcol e la tossicodipendenza giovaniel, unita al dramma giudiziario hanno trasformato la sua vita in una saga drammatica come tutti i personaggi che ha interpretato.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

“Si può dire morte”. A Torino nasce il primo Death Cafe italiano

Anna Garofalo

A Dallas un medico uccide il marito dell’amante. Ora vuole la clemenza per essere stato raggirato dalla donna

Paolo Fruncillo

È morto Richard Roundtree, icona di Hollywood

Marco Santarelli

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.