sabato, 27 Aprile, 2024
Sanità

Asl e PA, meno file per i cittadini… ma il digitale rimane un sogno

Cgia-Istat: dopo il Covid attese sotto i 20 minuti. Da 3 a 10 persone in meno per lo sportello

Da tre a dieci persone in meno in fila con una attesa sotto la soglia dei 20 minuti. Un piccolo evento positivo che sfiora del miracoloso si è avverato nella pubblica amministrazione e nelle Asl. I cittadini in fila ora aspettano, secondo i calcoli come se avessero idealmente dalle 3 alle 10 persone in meno davanti
per arrivare allo sportello.

Al Covid almeno una cosa “positiva”, (si fa per dire), va riconosciuta: in questi ultimi anni l’emergenza è stata “determinante” nel ridurre le file agli sportelli pubblici. Secondo un’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, su dati Istat, infatti, tra il 2019 e il 2021 il numero di cittadini che ha dichiarato di aver atteso più di 20 minuti davanti al bancone dell’ufficio anagrafe è sceso del 9,2 per cento, presso quello di una Asl, invece, del 17,5 per cento.

Appuntamenti e file snellite

“Idealmente”, calcola l’Ufficio studi, “chi si è recato dopo due anni nel proprio ufficio anagrafe ha davanti a sé tre persone in meno, per prenotare una visita e/o una prestazione di laboratorio presso l’azienda ospedaliera, invece, la coda si è ridotta di 10 persone”. Ovviamente, secondo la società di analisi socio economiche, queste contrazioni sono, in massima parte, riconducibili al fatto che con la pandemia quasi tutti gli uffici delle amministrazioni comunali front office hanno deciso di lavorare su appuntamento.

Ingressi contingentati

Negli ospedali, invece, a causa del Covid, gli ingressi sono stati contingentati, contribuendo a diminuire le presenze complessive. “Altresì “, spiega l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese, “grazie al potenziamento dei call center telefonici e dei sevizi offerti attraverso il sito internet -come i pagamenti, le prenotazioni on line delle visite, delle prestazioni ambulatoriali e il ritiro dei referti/certificati – le strutture ospedaliere hanno contribuito a diminuire ulteriormente l’affluenza ai propri sportelli”.

La svolta ancora lontana

Ma c’è ancora molto da fare affinché la riduzione dei tempi di attesa riguardi l’intera popolazione. “Solo il 28% delle amministrazioni locali consente le pratiche on line”, segnala la Cgia, “Secondo una recente indagine realizzata dalla Banca d’Italia1, solo il 28 per cento degli enti locali intervistati consente agli utenti di completare on line le pratiche amministrative e, se richiesto, di effettuare il pagamento via web. Insomma, nonostante lo sforzo profuso in questi ultimi 2-3 anni, come l’introduzione del PagoPa, il grado di sofisticazione dell’offerta digitale delle amministrazioni locali rimane ancora insufficiente”.

Digitale rivoluzione bloccata

Basta pensare come la “rivoluzione digitale”, segna il passo che la posta cartacea continua ad avere un utilizzo rilevante. “Circa l’80 per cento degli enti ne fa ancora ricorso nei rapporti con l’utenza, anche perché sono pochissimi i cittadini a possedere un indirizzo di posta elettronica certificata”, puntualizza l’Ufficio studi, “Non solo, con una popolazione sempre più anziana e con poca familiarità con i prodotti tech, è evidente che il processo di digitalizzazione della Pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini deve comunque avvenire in modo graduale”.

Le file negli ultimi 30 anni

Se analizziamo i rapporti tra cittadini e sportelli Asl, prendendo come riferimento il numero di persone che si sono recate allo sportello e i tempi di attesa oltre i 20 minuti in un periodo medio lungo, “osserviamo che a partire dal 2011 si è consumato il “sorpasso”: in quell’anno le attese oltre i 20 minuti hanno superato l’affluenza degli utenti presso gli uffici amministrativi delle strutture ospedaliere”. Successivamente”, analizza la Cgia, “se le code sono continuate ad aumentare costantemente fino all’avvento della pandemia, per contro le persone che fisicamente si sono recate presso le Asl sono drasticamente diminuite”.

Attese stravolte dal Covid

Sempre nello stesso arco temporale, agli sportelli degli uffici anagrafe le cose sono andate diversamente. “Se nel 1993 erano oltre 60 le persone ogni 100 abitanti che si recavano presso lo sportello e l’attesa per espletare le pratiche oltre i 20 minuti riguardava poco meno di 15 persone”, spiega l’Ufficio studi, “quasi 30 anni dopo le persone che si sono recate in Comune sono scese a meno di 30, mentre l’attesa, nonostante l’effetto provocato dal Covid, si è attestato poco sopra la soglia dei 25”.

Sportelli Asl più rapidi

Ancora tempi di attesa lunghi soprattutto al Centro-Sud “Ad eccezione del Molise, le performance di tutte le Asl stanno migliorando, anche se le situazioni più difficili caratterizzano il Centro- Sud”, sottolinea la Cgia, “Nel 2021 i tempi d’attesa più lunghi si sono verificati in Campania (60,6 persone ogni 100 che si sono recate presso una struttura sanitaria hanno atteso più di 20 minuti), in Molise (65,5), in Sicilia (65,8) e, in particolar modo, in Calabria (65,9).

Lungaggini nei Comuni

Le code agli uffici anagrafe, invece, si sono fatte “sentire” in particolar modo nei Comuni ubicati in Puglia (33,2 persone ogni 100 hanno denunciato di aver atteso oltre 20 minuti), Campania (34,1), in Sicilia (44,4) e, soprattutto, nel Lazio (44,9). “Tra le realtà regionali più virtuose notiamo, in entrambi i casi, il Friuli Venezia Giulia, la Valle d’Aosta e, in particolare, il Trentino Alto Adige.

Burocrazia, lite con se stessa

I ritardi e le inefficienze della Pubblica Amministrazione comunque, non sono ascrivibili solo alla cattiva organizzazione della stessa. “Ancorché, il processo di informatizzazione fatichi a diffondersi con successo nella nostra PA”, osserva la Cgia, “le criticità che si verificano in certi territori vanno ricercate negli effetti che caratterizzano moltissime leggi, decreti e circolari che, spesso in contraddizione tra loro, hanno aumentato a dismisura la burocrazia, complicando non solo la vita dei cittadini e delle imprese, ma anche Cgia-Istat: dopo il Covid attese sotto i 20 minutiDa 3 a 10 persone in meno per lo sportelloquella dei dipendenti pubblici”.

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