giovedì, 25 Aprile, 2024
Esteri

Pence citato in giudizio dal consigliere speciale che indaga sul ruolo di Trump nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021

L’ex vicepresidente USA, Mike Pence, è stato citato in giudizio dal consigliere speciale del Dipartimento di Giustizia che indaga sui tentativi dell’ex presidente Donald Trump di rimanere in carica dopo le elezioni del 2020 e sul suo ruolo nell’attacco del 6 gennaio al Campidoglio.

Il consigliere speciale Jack Smith è stato nominato a novembre dal procuratore generale Merrick Garland per guidare le indagini sul ruolo del tycoon nella rivolta e sulla gestione dei documenti riservati trovati nelle residenze di Trump dopo aver lasciato l’incarico. A dicembre, Smith aveva citato in giudizio i funzionari locali dei principali Stati coinvolti nella querelle elettorale sulla questione dei voti in bilico.

Una mossa per indagare su uno schema che, presumibilmente, coinvolgeva falsi elettori, persone che firmarono documenti affermando di essere legittimi elettori dei loro Stati e dichiarando falsamente che Trump era il vincitore in quegli Stati. Il comitato della Camera nato per indagare sull’attacco al Campidoglio ha raccolto prove che i falsi elettori presentarono false certificazioni delle vittorie di Trump agli archivi nazionali, nella speranza che Pence le sostituisse ai voti elettorali effettivi che portarono Biden alla Casa Bianca.

Il comitato del 6 gennaio ha dedicato un’intera udienza al ruolo di Pence ed all’intensa pressione pubblica e privata che Trump ha esercitato sul suo vicepresidente per convincerlo ad interferire con il conteggio elettorale. Pence, in qualità di allora presidente del Senato, ha presieduto la certificazione del Congresso dei risultati delle elezioni 2020, un ruolo, tuttavia, strettamente cerimoniale, senza alcun potere di intervento nel conteggio dei voti elettorali. Trump cercò di esercitare pressioni anche dopo che sia il suo staff che quello di Pence, affermarono l’illegalità della possibilità di interferire nel conteggio.

Il vicepresidente informò, di questo, Trump durante un incontro nello Studio Ovale alla presenza dell’avvocato John Eastman, uno degli artefici di un promemoria che delineava uno scenario in cui Pence avrebbe potuto rifiutarsi di certificare il conteggio del collegio elettorale. Durante l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio, Trump twittava: “Pence non ha avuto il coraggio di fare ciò che avrebbe dovuto fare per proteggere il nostro Paese e la nostra Costituzione” – provocando con slogan tipo “impiccare Mike Pence”. Lo scorso novembre, l’ex-vicepresidente definì il tweet “spericolato, parole sconsiderate che misero in pericolo me, la mia famiglia e tutte le persone all’interno de l Campidoglio”.

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Valerio Servillo

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