venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Il caso Cospito e la fermezza dello Stato

I casi singoli hanno l’innegabile vantaggio di porre problemi e di produrre esercitazioni sulle soluzioni. Questo per il diritto e per la legge è fondamentale, proprio perché persino il legislatore ed i poteri
dello Stato non sono infallibili, data la loro evidente umanità. Allora, con pacatezza e senza bisogno di occupazioni universitarie, imbrattamenti, attentati e minacce, si rifletta sull’ignoranza che a
volte adoperiamo come criterio giustificativo di nostre azioni o espressioni. E’ il caso, questa volta, degli anarchici e di tutti coloro che li sostengono.

Il loro leader è in prigione per reati che ha commesso  e per i quali è stato giustamente condannato. Il tribunale di sorveglianza di Roma e la Procura Generale di Torino hanno dato parere negativo alla attenuazione del regime carcerario più severo, proprio perché il detenuto Cospito viene ritenuto pericoloso, anche se ammalato (e giustamente curato). È chiaro che sono decisioni difficili. Così come l’attività più difficile al mondo è quella delle forze di polizia e della Magistratura, che dovremmo rispettare e proteggere. Le minacce e le polemiche sono strumentali, è evidente. Ma sia i terroristi che i mafiosi fanno molto presto ad allearsi. Spesso noi non riusciamo, sia nella società che nella politica, ad allearci con la stessa convinzione e la stessa velocità. La risposta del governo in carica non poteva che essere quella della fermezza, E così deve rimanere. Perché se i cittadini non si sentono protetti dallo Stato, chi dovrà mai farlo?

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