venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Personale sanitario, mille e 200 aggressioni l’anno

Non bastasse la crisi di che in Italia scarseggiano pericolosamente. Che nel 2020 si assisterà alla fuga di dottori e personale sanitario dalle corsie per effetto “Quota 100” che aprirà le porte della pensione a migliaia di professionisti e operatori sanitari. Tra i problemi delle ASL ora ne emerge uno in modo prepotente per la sua gravità, quello delle aggressioni a medici e infermieri. Nel 2019 sono state registrate mille e 200 aggressioni contro operatori sanitari, ma secondo i calcoli la cifra dovrebbe essere moltiplicata per tre perché in molti casi non c’è stata una denuncia.

Una crescita che non solo spaventa ma che crea non pochi problemi agli operatori sanitari, tanto che ora c’è il preoccupato appello del presidente dei medici italiani affinché si giunga ad una rapida approvazione del disegno di legge che preveda “norme più stringenti per arginare il fenomeno crescente delle aggressioni ai danni di medici ed operatori della sanità”. Gli ultimi episodi registrati dalla cronaca si sono verificati a Napoli e che ora fanno dire basta contri una situazione insostenibile.

“Si apre purtroppo all’insegna della violenza contro i medici anche questo 2020. I due episodi di Napoli, segnalati dall’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, non sono che la punta dell’iceberg di quella che è diventata una vera emergenza di sanità pubblica. Ai colleghi colpiti va, ancora una volta, la nostra vicinanza. Il nostro augurio per il 2020 è che sia veramente un anno di svolta, per il contenimento degli episodi di violenza, per la revisione della rete di continuità assistenziale e per tutta la nostra professione”.

Con queste parole il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta gli ultimi due attacchi, avvenuti a Napoli, a sanitari: un petardo fatto deflagrare sotto un’ambulanza, sopraggiunta a soccorrere un ferito, e una bottiglia rotta brandita contro una dottoressa del San Giovanni Bosco.

“Il Parlamento sta procedendo con l’iter di approvazione del Disegno di Legge contro la violenza sugli operatori sanitari, e già questo mese auspichiamo che riprenda l’esame del provvedimento”, continua Anelli, “Apprezziamo l’intervento del Ministro della Salute Roberto Speranza, che ancora oggi ne ha sollecitato l’approvazione”.

Tra gli interventi che il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, ritiene utili e necessari, c’è l’ampliamento della procedibilità d’ufficio; la ricollocazione degli ambulatori di guardia medica in ambiente protetto; l’istituzione, presso ciascun pronto soccorso, di un presidio fisso di polizia e quindi idoneo a garantire un’adeguata tutela dell’incolumità e della sicurezza del personale, composto da almeno un ufficiale di polizia e da un numero di agenti proporzionato al bacino di utenza e al livello di rischio della struttura interessata. “Appare urgente fronteggiare con strumenti efficaci il tema dell’aggressione ai medici e al personale sanitario in servizio”, sottolinea Filippo Anelli, “con un piano comprensivo di interventi, che contempli anche misure di sicurezza come videosorveglianza a circuito chiuso negli spazi comuni e altre misure di protezione”. Una richiesta è direttamente formulata al ministro della sanità Roberto Speranza in cui si chiede di intervenire e non lasciare soli i medici ad affrontare un problema così allarmante.

“Ora al Ministro chiediamo di riconvocare l’Osservatorio permanente, per poter procedere, partendo dalla revisione della Raccomandazione numero 8 per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, alla risoluzione di tutti quei problemi di carattere organizzativo rimasti un po’ fuori dal Disegno di Legge” aggiunge ancora. “Nessun medico deve essere lasciato solo, a garantire assistenza in condizioni di sicurezza precaria”, conclude il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, “Sono mille e 200 l’anno le aggressioni denunciate, quasi tre volte di più quelle reali.

Una vera carneficina silenziosa, perché spesso esse non vengono rese note per vergogna, per senso di pudore verso una denuncia che porterebbe allo scoperto situazioni di inadeguatezza o perché, addirittura, le aggressioni sono considerate una naturale componente del rischio professionale”. Ad Anelli ha risposto subito il Ministro Roberto Speranza, su Twitter il ministro della Salute, citando il caso delle due aggressioni di Napoli ha ricordato come siano totalmente “ingiustificate”. “Le aggressioni a chi ogni giorno si prende cura di noi sono semplicemente inaccettabili. Bisogna”, sollecita il ministro, “approvare al più presto la norma, già votata al Senato, contro la violenza ai camici bianchi. Non si può aspettare”.

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