giovedì, 25 Aprile, 2024
Economia

Lezioni dal fallimento di FTX. Cryptovalute. L’Europa si dia regole comuni

Sulle cripto-attività molte chiacchiere e pochi fatti.

Non mi pare infatti più procrastinabile l’adozione di una regolamentazione di primo livello degli Stati europei e di quelli maggiormente esposti, soprattutto dopo la bancarotta di FTX.

Questo evento induce quanto meno a due riflessioni che ai più sembreranno ridondanti e banali, ma che non risultano essere ancora state recepite dalle menti dei decisori politici ed istituzionali.

Senza guardare al profilo potenzialmente criminogeno dell’utilizzo di cripto asset, fermiamoci a quello lecito e tracciato. Il fallimento di mercato riguarda qui una grossa piattaforma autorizzata del trading di
criptovalute, nella quale hanno investito milioni di cittadini e intermediari finanziari nel mondo, compresi, a quanto pare, 100.000 nostri connazionali.

Quello che stupisce più di tutti è il ruolo degli investitori istituzionali (fondi, banche, imprese di investimento), cioè di coloro che per mestiere calcolano rischi ed opportunità. Con fior fior di analisti e strutture che, all’evidenza , hanno miseramente mancato alla loro mission istituzionale. Le regole basiche della finanza –
frazionamento del rischio e informazione della clientela, per tutte  – sono state quantomeno colpevolmente ignorate.  Con ciò confermando tutto l’allarme che le autorità bancarie europee e non solo continuano a
lanciare sulla rischiosità eccessiva di questi investimenti.

L’altra questione che  prepotentemente si pone alla nostra attenzione nel caso di specie è quella delle competenze tecniche e scientifiche sulla materia, che paiono essere ancora troppo deboli e lacunose,
nonostante i proclami di studiosi e intermediari favorevoli alla cashless society e alla disintermediazione dei (più costosi, a detta loro) canali ufficiali del credito e della finanza.

Senza un esame critico delle opportunità, prima, e dei rischi, poi, da parte di ciascuno degli stakeholders, nessuno escluso, il nervo resta scoperto.

Se ci aggiungiamo poi la questione energetica, che sta destabilizzando già abbastanza anche i mercati degli strumenti tradizionali, e che interessa le cryptovalute per l’enorme dispendio (energetico) necessario
alla loro produzione (mining), anche l’Italia deve urgentemente muoversi nel solco delle idee ed istituti giuridici già percorsi , per adattarli alla nuova cryptoeconomy.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Raggiri e truffe sulle cryptovalute? L’unica difesa è usare la testa

Ranieri Razzante*

Le cryptovalute, ora, fanno paura anche a Xi

Ranieri Razzante*

Il metaverso? Tecnologia e posti di lavoro non virtuali

Luca Sabia

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.