venerdì, 26 Aprile, 2024
Cronache marziane

Lungo viaggio dentro la giustizia – I

Anche se Kurt il marziano avrebbe voluto che io raccogliersi la sue provocazione in merito alle incaute esternazioni del Ministro degli Esteri francese a proposito della nostra politica di accoglienza dei migranti, ho deciso di spiegargli – spero una volta per tutte – come una riforma della giustizia non sia più rinviabile, visto che il livello delle disfunzioni raggiunto in questo settore è ormai tale da aver spinto persino l’Unione Europea a condizionare l’erogazione dei fondi PNRR all’adozione di un minimo indeclinabile di misure che consentano a chi si rivolge a un giudice italiano di ottenere in tempo utile una altrettanto utile decisione: perché questo è, nella sostanza, il nocciolo del problema e non saranno né i tentennamenti della politica, né tantomeno i proclami delle diverse associazioni di magistrati a riuscire in un’ulteriore operazione di rinvio del superamento di quelle disfunzioni.

Possiamo dunque tranquillamente affermare che nel nostro Paese il “giusto processo” di cui parla l’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo praticamente non esiste e questa sua inesistenza è ulteriormente aggravata dalla pluralità delle giurisdizioni – cui si accompagna una pluralità di Codici e di riti – di cui è stato dolosamente arricchito il nostro sistema processuale.

Enormi sono le responsabilità della politica nel non aver tempestivamente corretto questi modi di offrire ai cittadini il servizio giustizia, ma non di minor peso sono le responsabilità dei magistrati nell’aver accettato di operare all’interno di un simile sistema, ben descritto nei dialoghi fra Alessandro Sallusti e Luca Palamara che non casualmente hanno fatto dei due omonimi volumi altrettanti bestseller.

Neanche è casuale che, in questa materia, la Repubblica Italiana sia uno dei contraenti della Convenzione alla cui omonima Corte i malcapitati si rivolgono con maggior frequenza e di fronte alla quale la difesa della Repubblica (affidata all’Avvocatura Generale dello Stato) è giunta fino al punto di negare che questioni quali quelle attinenti ai tempi e ai modi di emanazione di una sentenza, oppure alle controversie concernenti diritti e doveri di carattere civile rientrassero nell’ambito delle previsioni del già richiamato articolo 6 CEDU.

Da questi tentativi di limitare l’applicazione dei principi contenuti in quell’articolo sono gemmate ulteriori questioni in ordine al rapporto che intercorre tra le qualificazioni giuridiche operate all’interno dell’ordinamento italiano e la definizione di “diritti e doveri di carattere civile” giudicata rilevante ai fini dell’applicazione della Convenzione: in proposito la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha infatti chiarito che – se è vero che il sistema legale domestico deve essere tenuto presente quale punto di partenza dell’esame di un ricorso – il concetto convenzionale di diritti e doveri di carattere civile avrebbe una propria autonomia e dunque la circostanza che un certo diritto possa essere considerato “di carattere civile” ai fini dell’applicazione della Convenzione EDU deve sempre comunque essere valutata con riferimento al suo contenuto sostanziale per come tale contenuto è inteso all’interno dell’ordinamento domestico (sia esso quello italiano, oppure quello di altro Paese firmatario della Convenzione).

Spiegare tutto questo a Kurt non è stato semplice, anche perché il Marziano è un ammiratore del sistema giustiziale inglese – fondato sulla unicità della giurisdizione e sul principio del precedente, piuttosto che sulla discrezionalità del magistrato che decide la controversia – ma alla fine di essere riuscito a convincerlo della mia tesi secondo cui una “vera” riforma della giustizia non è più rinviabile e occorre anche superare il pannicello caldo rappresentato dalla riforma Cartabia, abortita prima ancora di entrare in vigore.

Grandi sono dunque le aspettative degli operatori di giustizia rispetto al lavoro che il nuovo Ministro si appresta a compiere, e – sperando che non vadano deluse – questa rubrichetta continuerà per i prossimi numeri il suo viaggio nel pianeta giustizia per elencarne le principali disfunzioni.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Navalny inno alla libertà

Tommaso Marvasi

Pensioni. I sindacati seguono Draghi. Più tempo per riforma e risorse. Le “Idi” di marzo non preoccupano il premier

Maurizio Piccinino

Agriturismi, c’è il pienone. Congionti: aprile e maggio record di prenotazioni. Pasqua più 20% con gli stranieri

Leonzia Gaina

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.