sabato, 20 Aprile, 2024
Economia

Bankitalia, in risalita l’economia italiana ma resta gap territoriale

L’economia italiana nel 2021 ha recuperato buona parte della contrazione dell’anno precedente e la ripresa è proseguita nella prima metà del 2022 in tutte le aree del Paese. È quanto emerge dal rapporto “L’economia delle Regioni italiane. Dinamiche recenti e aspetti strutturali” della Banca d’Italia. Come evidenziato dal rapporto, dopo un periodo prolungato di debole crescita dei prezzi, dalla seconda metà dello scorso anno l’inflazione sui dodici mesi è fortemente salita in Italia, portandosi al 3,9% a dicembre del 2021 e raggiungendo l’8,9% a settembre del 2022.

Un aumento dipeso principalmente dal rincaro dei beni energetici. Nel 2022 si è accentuata l’eterogeneità territoriale negli andamenti dell’inflazione, con una perdita di potere d’acquisto più marcata nel Nord-Est e nelle isole. Per le imprese, i rincari di energia e materie prime hanno determinato un significativo aumento dei costi di produzione. Una situazione a cui circa la metà delle aziende industriali del Nord ha fatto fronte aumentando i prezzi di vendita. Le imprese dei servizi, invece, hanno più spesso rinegoziato i contratti di fornitura, ridotto i livelli di attività e compresso i margini. Rispetto a un anno prima, i finanziamenti alle aziende dei dieci comparti a più elevato consumo di energia si sono ampliati in tutte le aree del Paese, con un aumento più intenso nel Nord-Est e al Centro. Secondo il documento di Bankitalia, inoltre, si registra un’accelerazione del credito alle aziende del Centro Nord, principalmente per effetto del rafforzamento dei finanziamenti alle imprese medio-grandi.

Per quanto riguarda le famiglie, il clima di fiducia risulta “nettamente peggiorato” nei primi nove mesi del 2022 in tutte le macroaree considerate dal rapporto. Inoltre, nel primo semestre di quest’anno i rincari dei beni energetici hanno colpito soprattutto le famiglie meno abbienti tanto che la povertà energetica, che risulta essere significativamente più alta nel Sud e nelle Isole, tenderebbe ad aggravarsi. Secondo il rapporto, la pandemia ha influenzato le preferenze abitative delle famiglie, che hanno ricercato alloggi più grandi, con spazi esterni e situati in aree caratterizzate da una più bassa densità abitativa. Nei primi sei mesi del 2022, in base alla pubblicazione, in tutte le aree d’Italia è proseguito il rallentamento dei depositi delle famiglie. Il ricorso al credito al consumo è aumentato e l’espansione dei mutui abitativi è rimasta ovunque solida, nonostante i rialzi nei tassi di interesse. Per quanto riguarda il lavoro, secondo il rapporto, nel 2021 e nella prima metà di quest’anno l’occupazione è cresciuta in tutte le macroaree, grazie all’espansione del lavoro dipendente.

Si registra, però, un rallentamento delle posizioni lavorative nei mesi estivi, soprattutto nel Mezzogiorno, anche in seguito al forte rallentamento del comparto edile. Resta bassa la partecipazione femminile al mercato del lavoro, in particolare al Sud, e il divario di genere si accentua tra i genitori di bambini in età prescolare. La pubblicazione, poi, fa riferimento anche all’andamento della domanda e dell’offerta di credito. In base al rapporto, la domanda di prestiti da parte delle imprese è tornata a crescere mentre l’offerta delle banche si è orientata a una maggiore prudenza.

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