giovedì, 25 Aprile, 2024
Economia

Gentiloni: inverno durissimo, recessione probabile

Prezzi alti e una inflazione che segna nuovi record. Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni conferma quelle preoccupazioni sulla corsa della inflazione che metteranno sotto scacco imprese e famiglie. Uno scenario difficile a cui aggiunge il rischio concreto della recessione. “Tutti i segnali indicano un inverno difficile, mentre continua la guerra di aggressione della Russia. I prezzi rimangono molto alti e l’inflazione segna nuovi record”, ribadisce da Bruxelles al convegno, European Angel Investment Summit. “Le condizioni di finanziamento si fanno più stringenti”, avverte Gentiloni, “sia in Europa che a livello globale. Il sentiment economico si sta deteriorando e una recessione non può più essere esclusa”.

Scenario incerto e difficile

Sui prossimi eventi i timori incalzano la riflessione del Commissario all’economia “Il clima economico si sta deteriorando” L’anno prossimo, osserva Gentiloni, “nonostante prospettive più deboli a breve termine”, con “iniziative come NextGenerationEU, REPowerEU e InvestEU abbiamo una serie di strumenti e risorse per sostenere una forte dinamica di investimento nell’Ue”.

Rivedere il Patto di stabilità

A spiegare i motivi di un allentamento del patto di stabilità è lo stesso Gentiloni.
“Con questa revisione si punta a una semplificazione delle regole e alla sostenibilità dei conti pubblici”. “Ci aspetta un inverno durissimo sul fronte energetico con l’impazzimento dei costi”, insiste il commissario all’Economia, “Tutti gli indicatori segnalano un inverno impegnativo di fronte e noi e una recessione non può essere esclusa”.

I tempi della revisione

La possibilità che sarà offerta ai Paesi di prevedere sostegni e aiuti ad hoc si concretizzerà a novembre quando la Commissione europea presenterà le sue previsioni economiche aggiornate. “Nel corso di questo mese di ottobre la Commissione europea presenterà le sue proposte di revisione del Patto di Stabilità e di crescita”, spiega Gentiloni, ricordando che il percorso rimane prudente, alla ricerca della “sostenibilità dei conti pubblici e della crescita economica”.

Le nuove necessità

Le riforme hanno un costo dalla presa d’atto che ci sono due necessità, quella di fare più debito e nel contempo attuare le riforme, nasce il racconto di Gentiloni delle due montagne da scalare, quella dei debiti e quella degli investimenti.
Un insieme di fattori che impongono un approccio diverso ai vincoli imposti dal Patto di Stabilità. Questione, viene ricordato che aveva sollevato anche il premier uscente Mario Draghi. Serviranno anche nuove politiche di rilancio. Con una emergenza che di fa ogni giorno più incalzante.
Nel breve termine la priorità è comunque quella di dare sostegno alle famiglie e ai redditi bassi, sfruttando nel frattempo gli strumenti di finanziamento internazionale come Piano nazionale e Next Generation EU, o come si è in questi giorni indicato una possibilità di ampliamento del programma Sure, di aiuti al lavoro e produzione.

Le reazioni in Italia

Al commissario Gentiloni fa eco, con le medesime preoccupazioni Giancarlo Giorgetti, esponente della Lega, in corsa per il Ministero dell’economia. “La situazione non è affatto facile. C’è un effetto devastante dell’aumento dei costi energetici sulle famiglie e sulle imprese. Il Paese non cresce e l’inflazione ha ripreso a correre”, ha detto Giancarlo Giorgetti, intervenendo alla cerimonia di consegna delle onorificenze di Cavaliere del lavoro al Quirinale. “Ora, ancor più che in passato, l’Italia ha un gran bisogno di impresa”, ha evidenziato, “e tutti siamo chiamati a fare il grande sforzo di riportare l’economia reale e l’industria al centro del dibattito della politica”.

La stima al ribasso del FMI

Per l’Italia, il Fondo monetario internazionale prevede un calo del Pil dello 0,2% nel 2023, con una revisione al ribasso di quasi un punto percentuale rispetto allo 0,7% stimato a luglio. Per il 2022, invece, la crescita dovrebbe attestarsi al 3,2%, lo 0,2% in più rispetto a luglio, grazie alla ripresa registrata da turismo e produzione industriale. Si ferma la discesa del debito pubblico, che resta attorno al 147% nel 2022 e nel 2023, dal 151% del 2021, mentre il deficit è stimato al 5,4% quest’anno e al 3,9% nel 2023.

Inflazione e stagflazione

A chiedere la revisione del Patto di stabilità anche il variegato e ampio mondo delle imprese e delle Associazioni di categoria. Con l’obiettivo di evitare la crescita dell’inflazione e lo scivolamento verso la stagflazione. “Bisognerebbe”, spiega la società di analisi socio economiche, Cgia, “intervenire simultaneamente almeno su altri tre versanti: in primo luogo, attraverso la drastica riduzione della spesa corrente e, in secondo luogo, con il taglio della pressione fiscale, unici strumenti efficaci in grado di stimolare i consumi e per questa via alimentare anche la domanda aggregata di beni e servizi”.
Operazioni, segnala infine la Cgia, queste ultime, “non facili da applicare in misura importante, almeno fino a quando non verrà rivisto il Patto di Stabilità a livello europeo”.

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