venerdì, 10 Maggio, 2024
Società

Le ipotesi di una guerra nucleare che condanna miliardi di persone

Secondo gli scenari proposti dalla ricerca internazionale coordinata dalla Rutgers University di New Brunswick, una guerra nucleare, anche se di portata regionale, avrebbe un impatto tale sul clima da causare una drastica riduzione dei raccolti e condannare alla fame gran parte del mondo, con un numero di morti che potrebbe oscillare tra alcune centinaia di milioni e cinque miliardi.

“Eventi straordinari come grandi eruzioni vulcaniche o guerre nucleari potrebbero causare improvvise perturbazioni climatiche globali e influire sulla sicurezza alimentare”, scrivono i ricercatori, che hanno stimato la quantità di fumi che si solleverebbe dal suolo in conseguenza delle esplosioni nucleari e come questi potrebbero influire sul clima e sui raccolti. Gli studiosi hanno elaborato sei diversi scenari di gravità crescente. In quello di minore impatto, che potrebbe equivalere a uno scontro limitato tra India e Pakistan, i ricercatori prevedono si solleverebbero dal suolo 5 milioni di tonnellate di fuliggine.

La riduzione dei raccolti e della disponibilità di cibo nei successivi due anni porterebbe a 255 milioni di morti. Basta tuttavia proiettare la capacità nucleare dei due Paesi asiatici al 2025 per avere un incremento di quasi quattro volte (19milioni di tonnellate) della fuliggine e dei possibili decessi (926 milioni).

Lo scenario peggiore, quello che si verificherebbe nel caso di un conflitto tra gli Usa e i suoi alleati e la Russia, produrrebbe 150 milioni di tonnellate di fuliggine e un inverno nucleare su scala globale. La riduzione della disponibilità di cibo nel mondo sarebbe di circa il 90% e oltre 5 miliardi di persone morirebbero per le conseguenze della fame. “In conclusione, la luce ridotta, il raffreddamento globale e le probabili restrizioni commerciali dopo le guerre nucleari sarebbero una catastrofe globale per la sicurezza alimentare”, scrivono i ricercatori. “Una guerra nucleare. concludono – non può essere vinta e non deve mai essere combattuta”.

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