giovedì, 18 Aprile, 2024
Giovani

Il decalogo di ASviS per i partiti. Il “pilastro giovani” escluso dal PNRR

Intervista al prof.Luciano Monti docente di Politiche dell'Unione europea alla Luiss

Come avvenuto nel 2018, prima delle elezioni che diedero vita alla legislatura uscente, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (320 aderenti, tra i principali attori della società civile) ha presentato ieri alle forze politiche il decalogo delle proposte da includere nei programmi elettorali per riportare l’Italia sul percorso di sviluppo sostenibile tracciato dall’ Agenda 2030 sottoscritta dalle Nazioni Unite nel 2015.

La prossima legislatura è dunque cruciale non solo per dare piena attuazione al PNRR ma anche per consentire all’Italia di conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti raggiungibili dall’Ue per la fine di questo decennio.

Alcune delle proposte a suo tempo formulate sono già  diventate realtà: l’inserimento nella Costituzione della tutela dell’ambiente e del principio di giustizia intergenerazionale, posto alla base del concetto stesso di sviluppo sostenibile; la trasformazione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) in Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS);  l’adozione dell’Agenda 2030 come architrave delle politiche dell’Unione europea e dell’attuazione del PNRR.

Tuttavia, nonostante questi passi avanti sul piano della governance, è necessario un ulteriore sforzo anche nelle politiche attuative, integrando quelle previste dal PNRR che, come già evidenziato dall’Alleanza, da solo non è sufficiente per dare completa attuazione all’Agenda 2030.

Abbiamo chiesto al prof. Luciano Monti, docente di Politiche dell’Unione europea alla Luiss e tra i coordinatori di ASviS, di illustrarci brevemente le principali proposte contenute nel decalogo.

Quale è lo spirito del documento trasmesso da ASviS alle forze politiche e perché presentarlo ora?
Così come l’emergenza generata dalla guerra in Ucraina ha spinto molti opinionisti e politici ad immaginare una improbabile rimodulazione del PNRR, ora la breve campagna elettorale estiva rischia di indurre le coalizioni a concentrare i propri programmi su questioni di breve termine a forte effetto elettorale. Come sottolinea il documento di ASviS (e la società civile italiana può e deve svolgere un ruolo forte di stimolo in tal senso) sarebbe opportuno che la campagna elettorale si concentrasse sulle questioni fondamentali per il futuro del Paese e dell’Unione europea. Alle forze che si candidano a guidare il paese è  chiesto, da un lato, di dimostrare una chiara e convincente visione del futuro, saldamente ancorata agli obiettivi globali ed europei di sviluppo sostenibile; dall’altro.di impegnarsi a coinvolgere la società civile per rispondere alla domanda di un futuro sostenibile avanzata dalle giovani generazioni.

Quali sono le principali e proposte ASviS per una nuova legislatura in linea con l’Agenda 2030 dell’Onu?
Con il documento Dieci idee per un’Italia sostenibile l’ASviS chiede ai partiti che partecipano alla campagna elettorale di assumere pubblicamente l’impegno ad operare per conseguire l’Agenda 2030 attraverso dieci azioni, tutte di eguale importanza.

Il decalogo raggruppa alcuni principi cardine della strategia da inserire nei singoli programmi elettorali, come l’effettiva applicazione dei nuovi principi costituzionali aventi ad oggetto lo sviluppo sostenibile, l’attenzione alle giovani e future generazioni, la garanzia della piena attuazione del PNRR.Indica inoltre numerose azioni concrete quali l’articolazione di un sistema multilivello di strategie e di agende territoriali per lo sviluppo sostenibile, l’approvazione della legge sulla rigenerazione urbana (già predisposta dal Senato uscente e basata sull’arresto del consumo di suolo), il miglioramento  della qualità e inclusività dell’istruzione e la definizione dei livelli minimi di offerta culturale a livello territoriale.

Lei è anche uno dei coordinatori nazionali di ASviS per il Goal 8 “lavoro dignitoso e crescita economica”; è inoltre Condirettore scientifico della Fondazione Bruno Visentini che cura l’Osservatorio Politiche Giovanili e membro del Comitato per la Valutazione Generazionale delle Politiche pubbliche (COVIGE) istituito nel secondo semestre 2021 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Quali sono le proposte di ASviS per le politiche giovanili?
Come noto con l’esclusione nel PNRR del cosiddetto “pilastro giovani”, previsto invece dal regolamento europeo che ha introdotto il Dispositivo di Ripresa e Resilienza (il cd. Recovery), si è persa un’ottima occasione per dare una veste organica alle politiche giovanili. Tuttavia, nel quadro della priorità trasversale che il PNRR pur riconosce alla questione giovanile, il decalogo invita a valutare con attenzione l’impatto generazionale delle politiche adottate attraverso uno strumento di verifica analogo al Youth Check già attivo in Austria e Germania. Sollecita inoltre a sviluppare, finalmente, un piano di lavoro per i giovani, inquadrato in quel Patto per l’occupazione giovanile richiesto proprio da Agenda 2030. Quest’ultimo, dopo le promettenti dichiarazioni del Ministro del Lavoro Andrea Orlando, è rimasto infatti e purtroppo solo sulla carta.

Occorre in tal senso potenziare l’offerta formativa delle nuove generazioni per adeguarla alle richieste del mercato del lavoro, come peraltro emerso da una recente indagine promossa dal Consiglio Nazionale Giovani (CNG) e prevedere maggiori forme di partecipazione giovanile alle politiche pubbliche.

Una domanda conclusiva: lei pensa che il decalogo sarà fatto proprio dalle parti politiche?
Questa è una domanda che andrebbe rivolta ai singoli leader delle forze politiche in campo. Una cosa è certa, benché i tempi siano stretti, non è concentrandosi su seggi e improbabili alleanze che si può costruire una duratura strategia di sviluppo sostenibile per il nostro Paese. Forse concentrandosi su esigenze che appaiono più immediate si potrà guadagnare qualche consenso elettorale nell’attuale competizione;  in tal modo non si porranno tuttavia le basi democraticamente condivisibili per accompagnare tutti i cittadini italiani nella duplice sfida della transizione digitale e della transizione ecologica che è solo all’inizio e che non può essere basata sui no, ma necessita di proposte concrete e azioni. A garanzia del futuro non solo delle giovani generazioni, ma anche di quelle future.

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