giovedì, 28 Marzo, 2024
Politica

Un Premier donna con la scuola “Prime Minister”

Dal Governo De Gasperi al Governo Draghi, tutti gli Esecutivi della Repubblica italiana sono stati guidati da uomini. Il sogno di avere una prima ministra a Palazzo Chigi però potrebbe diventare presto realtà. Proprio per questo “Prime Minister”, la Scuola di politica per formare le cittadine del domani, investe sulle giovani donne tra i 14 e i 19 anni, così da renderle agenti di cambiamento nelle comunità locali, nazionali e internazionali. “La nostra associazione è nata circa tre anni fa con un progetto pilota al “Farm Cultural Park” di Favara, in provincia di Agrigento, in Sicilia.

Poco dopo, è stata aperta la Scuola di Napoli, ma oggi ce ne sono già tante altre lungo tutta la Penisola: dal Lazio all’Abruzzo, dal Piemonte alla Basilicata”, spiega a Teleambiente Angela Laurenza, Co-Founder di “Prime Minister” assieme a Denise Di Dio, Florinda Saieva ed Eva Vittoria Cammerino: “Sono diversi i temi che vengono affrontati dalle nostre studentesse durante un’esperienza extrascolastica e gratuita di dieci mesi. Le ragazze si incontrano un sabato al mese per affrontare argomenti vicini alla loro generazione, come la democrazia, l’ambiente, il gender e la sessualità”.

E così, tra laboratori, talk e testimonianze, le donne del domani realizzano eventi legati ai progetti di attivismo. Soltanto nelle ultime settimane, le “Primers” della Scuola di Napoli hanno organizzato “Angulus”, una mostra sugli stereotipi di genere, e una sfilata con abiti sostenibili a cura del movimento “La Ginestra”.   “A partire dal tema dell’ambiente, le nostre ragazze hanno deciso di focalizzarsi sul fast fashion per capirne gli impatti nel breve e nel lungo periodo”, racconta la co-fondatrice dell’associazione. “Le studentesse hanno organizzato, dunque, una sfilata per dimostrare che si può essere alla moda anche essendo sostenibili”.

Oltre 600 ragazze coinvolte, più di 500 ore di lezione e almeno 250 persone tra testimonial e volontari. Sono questi alcuni numeri di “Prime Minister” raggiunti in tre anni di lavoro. Secondo lo staff dell’associazione, il risultato più soddisfacente però è avere reso più consapevoli le proprie studentesse. “Spero che le “Prime Minister” del domani siano donne e che finalmente riusciamo ad avere la prima presidente del Consiglio dei ministri”, dice Angela Laurenza.

“Le cittadine attiviste del futuro hanno oltretutto un occhio più inclusivo – conclude Laurenza – Quando parlano di diritti, lo fanno a 360 gradi, perché sanno che la società è formata da tante diversità e ogni diversità ha il diritto di essere vissuta nel pieno dei diritti. “Prime Minister” mette a disposizione dei metodi e uno spazio di confronto per raccogliere le idee. Nel frattempo, le istituzioni dovrebbero ascoltare realmente le proposte delle giovani generazioni”.

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