venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

“Caffè Galeotto”, profumo di libertà per futuri torrefattori

Importante iniziativa per il reinserimento sociale dei detenuti del carcere romano di Rebibbia

“Caffè Galeotto” è una torrefazione all’interno di Rebibbia Nuovo Complesso. Il progetto, per la produzione e la vendita di caffè nato nel 2014, è stato ideato dalla cooperativa sociale Pantacoop di Mauro Pellegrini ed è diventato subito il “fiore all’occhiello” del carcere romano. Pellegrini ha ricevuto in concessione uno spazio all’interno di Rebibbia, ha acceso un mutuo e iniziato la sua attività di recupero, dando la possibilità ai reclusi di imparare il mestiere di torrefattore, molto richiesto all’esterno.

Un caffè di qualità superiore

Il caffè viene lavorato e confezionato da alcuni dei ragazzi detenuti in regime art.21 ossia con la possibilità di lavorare all’esterno in condizioni idonee. Ogni giorno si miscela, si tosta, si macina il caffè e si fabbricano cialde per le macchinette. I lavoranti si formano attraverso corsi tenuti da esperti del settore, imparano a conoscere i chicchi, a lavorarli e anche a spiegare ai clienti i dettagli delle miscele. “Caffè galeotto”, inoltre, propone un prodotto trattato manualmente, a differenza delle torrefazioni industriali che si affidano alle macchine. Le impurità vengono tolte manualmente, senza eliminarle con la tostatura, procedura che ha il limite di compromettere anche i pregi dei chicchi.

All’interno della torrefazione esiste anche una officina per la riparazione delle macchinette per il caffè da bar e un piccolo negozio, gestito sempre da un ragazzo in art.21, che vende pacchetti di caffè ai clienti esterni al carcere.

Imparare un mestiere ricercato per rifarsi una vita

Dal 2014 ad oggi fra torrefattori e revisori di macchine da caffè sono stati 70/80 i ragazzi che hanno potuto partecipare a questo apprendistato presso “Caffè Galeotto”, con una media stabile di assunzioni a tempo determinato di 8/10 l’anno.

“Diamo loro in mano un mestiere per trovare un’occupazione una volta scontata la pena e usciti dal carcere”, ha spiegato l’imprenditore romano. Una chance apprezzata dai giovani carcerati tanto che nei ragazzi che vi hanno lavorato “il tasso di recidiva si è azzerato”, assicura Pellegrini. I percorsi di reinserimento sociale continuano anche dopo l’uscita dal carcere. “Alcuni ragazzi sono assunti direttamente da noi nella Pentacoop, cooperativa sociale no profit, che si occupa anche di edilizia, creazione di infissi, data entry. Noi formiamo e cerchiamo di inserire i ragazzi più portati per i lavori manuali anche in queste altri settori professionali. Altri, alla fine della pena, sono stati assunti da altre cooperative”.

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un commento

donatella domenica, 30 Ottobre 2022 at 18:14

Condivido in pieno il vostro articolo…avendo potuto conoscere e apprezzare il Caffè Galeotto non posso fare altro che confermare che è veramente buonissimo…

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