venerdì, 26 Aprile, 2024
Lavoro

Lo smart working migliora la qualità di vita

Secondo l’indagine condotta da Digital Coach il 75.5% degli intervistati è convinto che lo smart working sia un’ottima risorsa per una migliore gestione del lavoro e viene percepito come un’opportunità di cambiamento. L’indagine ha evidenziato che il cambio di modalità lavorativa si riflette anche nelle conseguenze positive dell’adozione dello smart working sia nell’organizzazione flessibile del lavoro e sia nel bilanciamento della vita lavorativa con quella privata. Questo fa pensare che sia la forma del lavoro del futuro.

Questi sono i due elementi considerati più importanti per gli intervistati, ancora prima della riduzione dei costi aziendali e del dipendente. Inoltre, sottolineano un miglioramento delle condizioni di vita generali e il benessere di tutti. Questo dato è ancor più supportato dal fatto che la produttività non abbia subito peggioramenti. Anzi, per quasi la totalità degli intervistati è rimasta uguale o addirittura aumentata sensibilmente.

I dipendenti non hanno smesso di comunicare coi superiori o i colleghi e le riunioni, per il 42.5%, sono aumentate drasticamente. Questo utilizzo di video conference insieme all’instant messaging portano a una diffusa percezione di iperconnessione secondo il 54.7% dei partecipanti. Questi temono una perdita di socialità e isolamento, problematiche di cui tutti siamo stati consapevoli nel corso della pandemia. A livello aziendale, comunque, si riscontra una generale soddisfazione. Questo nonostante l’improvvisa adozione dello smart working, tant’è che l’84% delle aziende degli intervistati ha già deciso di mantenerlo. Questo è un fattore che inciderà molto anche sulle future selezioni di nuovo personale. Infatti, per quasi il 90% degli specialisti delle Risorse Umane l’inserimento della modalità di lavoro in smart working totale o ibrida è molto rilevante. Se non addirittura fondamentale per riuscire a trovare le figure ricercate nelle aziende.

Da questi dati è evidente che, sia per le aziende che per i dipendenti, lo smart working non sia una moda passeggera e le aziende siano disposte a investire in questa modalità. Anche perché hanno già investito in tecnologia fornendo gli strumenti adeguati ai dipendenti come smartphone e notebook. Ma soprattutto in corsi e attività di ridisegno dell’organizzazione aziendale.

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