Un fondo da 1 miliardi e 200 milioni per le filiere agricole del Made in Italy. Un aiuto per sostenere le imprese nel difficile momento di crisi delle materie prime, del rialzo dei costi, e degli effetti collaterali della aggressione militare della Russia contro l’Ucraina.
Il bando salva Made in Italy
A illustrare le ragione del fondo finanziario emanato dal Governo è la Coldiretti. “È stato pubblicato il bando salva filiere Made in Italy”, sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura, per utilizzare 1,2 miliardi negli investimenti nelle filiere Made in Italy come richiesto nella lettera appello della Coldiretti al premier Mario Draghi nel corso della mobilitazione degli agricoltori in tutta Italia”. Il leader della Confederazione spiega come il provvedimento del 22/4/22 di l’attuazione del decreto “Definizione dei criteri, delle modalità e delle procedure per l’attuazione dei contratti di filiera previsti dal fondo complementare al Pnrr”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.61.ù
Cibo prima ricchezza
L’agroalimentare rappresenta un punto di riferimento per l’Italia un volano eccezionale per l’export e i consumi interni. “Il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia che vale oggi dal campo alla tavola”, sottolinea Coldiretti, “quasi un quarto del Pil nazionale ma svolge soprattutto una funzione insostituibile sul piano alimentare e sociale in un momento in cui 5,5 milioni di italiani in una condizione di povertà assoluta sui quali oggi pesa l’inflazione generata dalla guerra in ucraina che colpisce il carrello della spesa e mette a rischio alimentare quasi un italiano su 10 (9,4%)”.
Fondi contro la speculazione
“Il bando”, osserva Prandini, “permette alle nostre imprese di contare su finanziamenti importanti per costruire traiettorie di futuro in una fase incerta come quella che stiamo vivendo. Il modello dei contratti di filiera”, evidenzia il leader della Confederazione, “consente di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori dall’aumento dell’inflazione ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali in una situazione in cui oggi più di 1 azienda agricola su 10 (11%) rischia di cessare l’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo”.
Incentivi per tutti i settori
A giudizio della Coldiretti il risultato di avere più tutele per le imprese agricole è frutto delle pressing fatto sui temi del rilancio delle attività agricole, senza tralasciare nessun settore. “Si tratta di un altro risultato della mobilitazione della Coldiretti che insieme a Filiera Italia è da tempo al lavoro”, continua Prandini, “per presentare progetti operativi per utilizzare al meglio queste risorse, dalla zootecnia al vino, dal grano alla frutta secca, dall’olio all’ortofrutta fino ai fiori”.
I contratti di filiera, partendo dalla produzione agricola, si sviluppano”, precisa la Coldiretti, “nei diversi segmenti della filiera agroalimentare con un contributo dello Stato concesso per diverse tipologie di investimenti con un volume da 4 a 50 milioni di euro destinati a produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, per la promozione e la pubblicità di prodotti di qualità certificata o biologici, ricerca e sperimentazione. Il bando appena pubblicato”, conclude la Confederazione, “prevede soglie di aiuto più alte rispetto al passato, che possono arrivare anche fino al 100% ad esempio per la ricerca. Grande attenzione alla sostenibilità degli interventi proposti in linea con gli obiettivi del Piano nazionale di Ripresa”.