mercoledì, 8 Maggio, 2024
Società

A Roma il Congresso nazionale delle scuole materne

La Federazione Italiana Scuole Materne a Congresso a Roma dal 13 al 16 novembre. Il tema scelto dagli organizzatori è: “Uguali doveri, diritti diversi”. Un titolo che esprime lo stato d’animo della organizzazione, pronta ad alzare la voce chiedendo alle istituzioni dello Stato: “a quando un’effettiva parità?”.

Dopo l’udienza con Papa Francesco, i delegati si ritroveranno per dare vita alle diverse sessioni. Sono attesi gli interventi della presidente Biancamaria Girardi e del segretario nazionale Luigi Morgano, del Viceministro all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca, Anna Ascani, del Sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Francesca Puglisi; del Segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, il vescovo monsignor Vincenzo Zani; del direttore dell’Ufficio Nazionale Educazione Scuola e Università della Cei, Ernesto Diaco; del direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio.

Sono passati vent’anni dalla Legge 62 del 2000, che sanciva  inequivocabilmente la parità fra scuola statale e scuola paritaria, ma quella che già l’allora Ministro Giovanni Berlinguer definiva una “riforma incompiuta”, resta tale: quantomeno sotto l’aspetto economico e nonostante un’offerta educativa apprezzata. Una situazione che permane pure dopo l’approvazione della legge 107/2015, quella della “Buona Scuola” che ha tenuto ancora in poca considerazione la pluralità degli operatori scolastici del nostro Paese.

Per il segretario nazionale della Fism Luigi Morgano “ci sono elementi che non si possono ignorare – il calo demografico, la situazione di moltissime famiglie attanagliate dalla crisi, le amministrazioni comunali vincolate ai patti di stabilità, le difficoltà che non risparmiano fondazioni o congregazioni religiose –  ma la nostra volontà è quella di mantenere le nostre scuole aperte a tutti, perché sono realtà che vogliono includere”. “Però – continua – quello delle rette è un tema serio. E l’intervento dello Stato per le sue scuole e quelle definite paritarie, molte gestite da realtà religiose, ma pure comunali, è discriminatorio.

Lo Stato versa poco più di 290 milioni per le nostre scuole frequentate da 450mila bambini per circa 220 giorni all’anno: fanno più o meno 2 euro al giorno, come si può definirlo un sostegno adeguato?  La distanza fra il costo del bambino nella scuola dell’infanzia statale e nella paritaria fa riflettere: supera di 6.000 nella prima, mentre l’entità di contributo è di meno di 500 euro nella seconda. Si aggiunga che resiste nell’opinione pubblica la percezione che ritiene quella statale l’unica legittima destinataria del sostegno centrale, e qui c’è l’eredità di un’ideologia che a lungo ha combattuto un pluralismo”. “Confidiamo – conclude – che a quarantacinque anni dalla nascita della FISM cambi qualcosa per queste 9.000 realtà educative e di istruzione (tra scuole dell’infanzia, sezioni primavera, nidi e micro-nidi) e 40.000 persone che ci lavorano con passione nel segno di un primato: quello del bambino, della fascia 0-6 anni, di bimbi destinati a vivere pienamente la loro umanità attraverso un percorso educativo integrale”.

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