venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

Biden: “Il futuro della Cina non è con la Russia”. L’Occidente unito, forte e ragionevole contro chi vuole esportare la dittatura

Zelensky prudente con la Nato. Draghi: "Il gas russo non lo pagheremo in rubli"

Se fu un nostro grave errore illuderci di poter esportare la democrazia sarebbe un peccato mortale imperdonabile non opporsi con fermezza all’esportazione della dittatura. È questo l’obiettivo di Putin che ha aggredito l’Ucraina per rovesciarne i vertici eletti democraticamente, occupare un Paese sovrano e prenderne il controllo con un governo fantoccio.

Per questo tra ieri e oggi si sta celebrando una due giorni storica nei rapporti tra Europa e Stati Uniti che serrano i ranghi e, senza alcuna incertezza, rispondono con equilibrio, ragionevolezza ma determinazione e unità al tentativo di Putin di dividere il fronte occidentale e di indebolire la Nato.

L’attenzione maggiore, nelle parole di Biden, è rivolta alla Cina. Nessuna minaccia a Xi ma un esplicito invito a non farsi complice di Putin: il futuro economico del Dragone non è con la Russia ma con il mondo libero che con Pechino vuole mantenere rapporti costruttivi e sereni.

In questa cornice la prima scelta dell’Occidente è la soluzione diplomatica per la quale si stanno spendendo sia la Turchia, membro della Nato, che Israele. Finora senza successo. La Cina sta a guardare ma se solo decidesse di scendere in campo il conflitto si avvierebbe a rapida soluzione.

Nel frattempo il rischio che Putin decida di usare le armi chimiche si fa sempre più concreto mano a mano che l’avanzata di terra si indebolisce sotto i colpi della eroica resistenza di forze armate e civili ucraini. È una linea rossa che Putin non può pensare di oltrepassare senza subirne pesanti conseguenze, fa intendere Biden. Intanto senza coinvolgere la Nato nel conflitto la fornitura delle armi alla resistenza ucraina è indispensabile. 2 miliardi per supporto militare sono stati stanziati da Biden che vanno a sommati a un altro miliardo per gli aiuti. A Zelensky, che ha parlato alla Nato usando toni equilibrati, va dato tutto il supporto possibile .Un sostegno che unito alle sanzioni più estese contro altri membri della Duma contribuirà a indebolire il regime autocratico di Putin. La sua ultima smargiassata – il pagamento del gas in rubli – è una palese dimostrazione di debolezza e stato confusionale: nessun paese europeo lo farà mai, visto che i contratti non lo prevedono. Certo chi si fa beffa del diritto internazionale e del rispetto dei diritti umani può facilmente pensare anche di poter violare impunemente le regole commerciali. Ma è un calcolo sbagliato. Se violi i contratti ne paghi conseguenze economiche devastanti e ti chiami fuori dalla comunità economica mondiale. E nessuno si fiderà mai della tua firma. Intanto la buona notizia è che entro la fine del 2022 dagli Stati Uniti arriveranno 15 miliardi di metri cubi di gas liquefatto per alleggerirci dal giogo russo. È solo l’inizio.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Riserve gas all’83,5%. In primavera rigassificatore a Piombino

Cristina Calzecchi Onesti

Dal Governo sindacati e datori di lavoro in agenda previdenza, occupazione e fisco

Maurizio Piccinino

Sindaci Eurocities a Kiev per ricostruire l’Ucraina

Emanuela Antonacci

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.