“Le previsioni del DDL Concorrenza non risultano conformi al diritto europeo, dal momento che il mercato dei servizi sanitari viene espressamente escluso dalla Direttiva UE Bolkestein (Direttiva 2006/123/CE) e dalla Direttiva Concessioni (n. 23/2014). L’UE, infatti, impone limitazioni alla concorrenza per quanto attiene i servizi sanitari e i regimi fondati sul diritto di libera scelta dell’utente, come avviene nel caso delle prestazioni erogate dalla componente di diritto privato a carico del SSN”.
Così Barbara Cittadini, presidente di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, nel corso dell’audizione in 10^ Commissione permanente Industria, commercio, turismo del Senato sul Ddl Concorrenza. “Tale disegno di legge – evidenzia Cittadini – interviene con l’articolo 13 sull’attuale disciplina dell’accreditamento e del convenzionamento delle strutture di diritto privato, con l’effetto di promuovere la concorrenza tra i soli erogatori di diritto privato e non tra quelli di diritto pubblico, in un settore che è, di fatto, di concorrenza imperfetta o di quasi-mercato, perché regolamentato da normative stringenti che non consenteno di esprime compiutamente la potenzialità delle aziende, avendone bloccato la crescita sine die”.
“Il Ddl Concorrenza – precisa Cittadini – pone delle criticità, anche, sul piano dell’equilibrio tra diritto alla salute, libertà di iniziativa economica e sostenibilità finanziaria. Per questa ragione, proponiamo sia di armonizzare il sistema di revisione attualmente in discussione al quadro normativo vigente, rendendolo più coerente con un bilanciamento costituzionalmente orientato tra i diversi interessi in gioco, sia di superare definitivamente la logica anacronistica e irrazionale dei tetti di spesa”. “Le strutture sanitarie di diritto pubblico e privato sono chiamate ad erogare prestazioni a tutela della salute pubblica nei limiti, in termine di volumi e corrispettivi, imposti a livello regionale, indipendentemente dalle loro potenzialità.
L’abrogazione del vincolo posto dal DL 95/2012, per la componente di diritto privato del SSN, – aggiunge Cittadini – è un passaggio obbligato se vogliamo migliorare la concorrenza, senza sacrificare la qualità e la quantità delle prestazioni erogate. Riteniamo, altresì, auspicabile instaurare un regime di reale concorrenza tra erogatori pubblici e privati senza accrescere la pressione competitiva esclusivamente nell’ambito dell’offerta privatistica di servizi sanitari. Le strutture – conclude la presidente Cittadini – in virtù di budget e tariffe datate, hanno equilibri finanziari sempre più difficili, nonostante continuino a svolgere una funzione determinante per il SSN e hanno un potenziale inespresso che risolverebbe problemi come le liste d’attesa, la mobilità sanitaria e la rinuncia alle cure”.