Si conferma buona la performance economica dell’agroalimentare nel III trimestre 2021, con un aumento del PIL nei confronti sia del trimestre precedente (+2,6%) sia del medesimo periodo dell’anno precedente (+3,9%), dovuto alla ripresa del settore dei servizi e dell’industria. Ciò è legato alla domanda estera e a quella interna con la crescita dei consumi finali nazionali (+2,2%, di cui lo 0,9% per beni durevoli) e degli investimenti fissi lordi (+1,6%).
È quanto emerge dalla fotografia scattata nel terzo trimestre del 2021 da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia. Rispetto allo stesso periodo del 2020, fra luglio e settembre 2021, si è verificato un aumento sia dell’indice della produzione che di quello del fatturato: per l’industria alimentare rispettivamente +5,8% (con picco a settembre) e +8% nel complesso (e +13% sui mercati esteri); per l’industria delle bevande rispettivamente +8,3% (con un picco di 11 % ad agosto) e +12% nel complesso (e +21% sui mercati esteri). Le esportazioni agroalimentari nel III trimestre 2021 hanno superato i 12,5 miliardi di euro e, rispetto allo stesso periodo del 2020, crescono del +11,7% , confermando l’ottimo andamento rilevato nel trimestre precedente, in particolare verso la Spagna (+26%) e la Polonia (oltre 20%).
In aumento anche le importazioni (+13,9%), con Brasile e Grecia che si confermano come principali fornitori (oltre il 30%). I prodotti maggiormente esportati sono stati vini e gli altri alcolici, carni preparate, prodotti dolciari e i lattiero-caseari. Sul fronte delle importazioni si segnala la ripresa del comparto ittico (+16%), fortemente colpito dalla pandemia nel 2020. Sentiment analysis 2021: sulla base dei dati raccolti su twitter dal 13 settembre 2021 e il 12 dicembre 2021, emerge un consolidato clima favorevole nei confronti del settore con percentuali piuttosto stabili rispetto al trimestre precedente. Si registra, infatti, un lieve aumento (+1%) del sentimento di fiducia, con prevalenza dei giudizi positivi e molto positivi (68%) rispetto ai negativi e molto negativi (30%).