venerdì, 29 Marzo, 2024
Sport e Fair Play

Il perno delle istituzioni sportive

La Procura Generale dello Sport ha posto in essere anche concrete azioni finalizzate all’adozione e all’effettiva attuazione di concrete Safeguarding Policies, cioè politiche di salvaguardia degli atleti, minori e non, dalle azioni di abuso e molestia, di bullismo e cyberbullismo, discriminazione e in generale di sopraffazione, favorendo iniziative condivise ed allargate a tutte le Federazioni Sportive, per sensibilizzare il mondo dello sport nel suo complesso su questi temi.

La Procura Generale dello Sport intende il proprio ruolo anche in termini di proposta di adeguamenti normativi finalizzati al miglior funzionamento del sistema di giustizia sportiva, pur nel pieno rispetto delle prerogative degli organismi di governo del C.O.N.I..

Ritengo utile un richiamo ad una recente modifica all’art. 12 quater dello Statuto del C.O.N.I., introdotta dallo stesso nel 2018, in virtù della quale il Procuratore Generale dello Sport è scelto – oltre che tra i professori ordinari in materie giuridiche, tra gli avvocati abilitati all’esercizio della professione dinanzi alle magistrature superiori, tra gli avvocati dello Stato, in servizio o a riposo, tra i magistrati ordinari, contabili e amministrativi in servizio o a riposo e gli alti ufficiali delle forze di polizia – anche tra i Prefetti, in servizio o a riposo. A quest’ultima categoria appartiene lo scrivente, attuale Procuratore Generale dello Sport.

La scelta appare non casuale, coerentemente con lo spirito della riforma della giustizia sportiva del 2014 e con la sua evoluzione più recente, e con quel ruolo di equo e saggio bilanciamento del ruolo di controllo con quello di collaborazione leale.

Il Prefetto, infatti, rappresenta, nel quadro della Provincia, il perno attorno al quale ruotano e si svolgono le funzioni e le attività concernenti il coordinamento degli Uffici periferici della Pubblica Amministrazione e si concretizza il rapporto tra lo Stato e i cittadini, consentendo a tale figura di stabilire anche un contatto diretto con tutte le Autorità di Governo, anche oltre una proiezione strettamente provinciale.

Il Prefetto costituisce – quindi – il più sicuro riferimento e l’attore naturale per la mediazione e l’avvio a soluzione di qualsiasi situazione di crisi locale, anche di natura delicata e complessa,  e fornisce al sistema delle Autonomie locali un valore aggiunto in materia di consulenza su aspetti normativi, regolamentari, procedimentali ed atti d’organizzazione, tale da porre tale figura, in provincia, come il più solido riferimento del sistema democratico,

Fatte le debite distinzioni tra le due figure e i differenti contesti istituzionali in cui si collocano, e andando all’essenza del rispettivo ruolo – pur nella diversità sostanziale dei campi in cui operano – in ultima analisi cosa si chiede al Procuratore Generale dello Sport se non di calare nel contesto sportivo, nel rapporto con l’autonomia delle Federazioni Sportive e delle relative Procure Federali, quella capacità di controllo e, nello stesso tempo, di supporto, consulenza e di farsi catalizzatore e sintesi di contrapposte esigenze da sublimare in soluzioni concrete finalizzate alla salvaguardia del principio di legalità e di uniforme applicazione delle regole, così come fa il Prefetto in rapporto all’autonomia degli Enti Locali in quanto rappresentante del Governo?

Ecco, allora, che quelle doti di ascolto, mediazione, sintesi e proposta in buona parte si sovrappongono tra le due figure, in termini di finalità e presupposti per l’ottimale svolgimento del ruolo, ed ecco il perché di una scelta del C.O.N.I. finalizzata ad includere, tra la platea dei soggetti potenzialmente idonei a ricoprire il ruolo di Procuratore Generale dello Sport, anche una figura ibrida come quella del Prefetto, che non è investigatore, non è giudice, non è giurista, ma è una sintesi di tutte queste professionalità.

In questo modo, anche il Procuratore Generale dello Sport riesce a evitare che una delle suddette anime prevalga rispetto alle altre e a ottenere che – messe insieme le sue diverse nature e competenze – esse determinino quell’approccio multidisciplinare e di ampia prospettiva capace di conciliare ciò che apparentemente sembra inconciliabile e far comprendere che questo nuovo istituto, forse vissuto nella fase iniziale come un invasore di campo dell’autonomia federale, possa risultare invece una risorsa utile per lavorare meglio, per dare sempre maggior credibilità alla giustizia sportiva, rendere il rispetto delle regole sostanziale ed equo, presidiare l’effettività della giustizia sportiva anche a garanzia degli indagati, oltre che del sistema sportivo nel suo complesso.

Lo sport non solo affascina per il gesto atletico ma anche perché esso fa parte della vita di tutti.

E allora, così come in ogni aspetto della vita ci sentiamo soggetti a regole e vincoli e applichiamo principi etici così dobbiamo farlo anche nello sport, praticanti o meno che siamo, fiduciosi che il sistema di regole è serio ed è presidiato grazie ad un sistema di pesi e contrappesi forse migliorabile, ma sicuramente al passo con i tempi e coerente con i principi dell’Etica pubblica.

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