giovedì, 28 Marzo, 2024
Manica Larga

Da San Francisco a Papa Francesco

Da San Francisco a Francesco, ovvero dal fallimento del modello Silicon Valley alla proposta di un nuovo modello economico basato sulla fratellanza, c’è molto da riflettere in questo terzo Natale di pandemia per evitare di aggravare il conto già salato fin qui pagato dai vari Sud del mondo.

Da San Francisco…

San Francisco, per esempio, è stata a lungo l’incarnazione dell’American Dream. Dal nulla le startup, un intero ecosistema e un modello per il mondo. Poi, racconta il New York Times, la crisi abitativa che non risparmiò neanche i top manager con stipendi a sei zeri e figli a carico, diventati nel frattempo lusso per super ricchi.

Figurarsi quei giovani carichi di studi, debiti e individualismo estremo, ben raccontati dal brillante Michele Masneri in Steve Jobs non abita più qui, arrivati in città e destinati a vivere in camper pur lavorando per i grandi nomi della valle.

Così San Francisco, il buco nero del mondo occidentale come scrive di recente il Times di Murdoch, è diventata San Fransicko, neologisimo opera dello scrittore Michael Shellenberger che incorpora la parola “sick”, malato, nel nome della città in cui vive la metà dei senzatetto americani e si muore di eroina.

…a Francesco

Non è una storia nuova, mestamente. Già Martin Luther King si chiedeva come fosse possibile accettare che un paese ricco come gli Stati Uniti fosse basato su una così sguaiata ingiustizia economica. La sua conclusione fu che a difettare fosse la morale del popolo americano, ovvero l’assenza dello spirito di solidarietà.

Si tratta di  un passaggio importante perché lo spirito di solidarietà ha in pancia il concetto del “noi” che, rispolverando gli studi sulle dimensioni culturali dello studioso olandese Hofstede, mal si concilia con i tratti dominanti della cultura dell’ “io” americana.

Occorre dunque “progettare nuovi modelli di pensiero per vincere le sfide di oggi”, riprendendo le recenti parole di Papa Francesco in occasione dell’inaugurazione dell’ Anno Accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, perché la “cultura individualista, che esalta l’io in opposizione al noi” e “promuove l’indifferenza”, “sminuisce il valore della solidarietà e mette in moto la cultura dello scarto”.

Una sfida quanto mai urgente alla luce del conflitto sociale che la questione vaccini ha fatto esplodere in tutta la sua virulenza, tra vax-no vax, tanto per citare, e altri nord e sud del mondo.

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