martedì, 19 Marzo, 2024
Politica

Landini (Cgil): nessun accordo. Draghi apre su bollette e cuneo

Bilancio e fisco

Nuovo round a Palazzo Chigi tra sindacati e Governo. Ieri sera sono tornati sotto i riflettori i temi caldi del confronto: fisco e legge di bilancio, sui quali si sono registrate divergenze tra sindacati e Governo.

Dal 26 ottobre, data del primo faccia faccia tra i leader sindacali e Draghi, ci sono stati tre gli incontri “andati male”. Quello di ieri ha segnato una nuova battuta d’arresto.

Il disappunto del Sindacato

Il giudizio è rimasto ancora “insufficiente” il segretario della Cgil Maurizio Landini polemizza, “senza modifiche valuteremo ulteriore mobilitazione. Se le cose dovessero rimanere come sono c’è un giudizio insufficiente sulla legge di Bilancio e dunque” senza risposte adeguate ammonisce Landini, “continueremo le mobilitazioni in atto e valuteremo, con gli altri sindacati, quali iniziative mettere in campo”. Per il leader della Cgil “Il Governo ha confermato l’impianto che conoscevamo, noi abbiamo chiesto di cambiarlo. Domani (oggi per chi legge ndr) intendono andare in Consiglio dei ministri e Draghi ci ricontatterà per dirci quali delle richieste da noi presentate verranno accolte”, sottolinea un irremovibile Landini, “la questione del fisco secondo noi va rivista, gli 8 miliardi devono andare tutti ai lavoratoti, non è il momento dell’Irap”.

Le proposte del Premier

Il premier Draghi con il ministro dell’Economia Daniele Franco e quello del Lavoro Andrea Orlando, hanno provato a ristabilire se non una intensa almeno riaprire dei canali costruttivi di discussione, analizzando i punti sottolineati dai leader sindacali, di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e PierPaolo Bombardieri. La prima mossa è stata del Governo che ha prospettato l’idea di un possibile mix tra taglio dei contributi ai lavoratori con i redditi più bassi e un intervento a sostegno delle imprese. Per i lavoratori un intervento di decontribuzione, una tantum, nel 2022. La proposta potrebbe essere inserita nella legge di Bilancio in discussione, insieme all’annunciato nuovo stanziamento di due miliardi per mitigare il caro energia. Il premier ha ribadito che il Governo è pronto a un nuovo intervento in aiuto delle famiglie, “con particolare attenzione per le fasce più deboli”. Ai sindacati Draghi ha prospettato un piano con risorse a disposizione per ridurre il cuneo contributivo, con un taglio dei contributi ai lavoratori con i redditi più bassi. Una strategia di avvicinamento ai sindacati che prevede anche un intervento che possa risultare utile alle imprese sul Cuaf, (il contributo che pagano i datori di lavoro per gli assegni familiari), dal momenti che da gennaio scatta il nuovo assegno unico per i figli.

La risposta dei sindacati

I leader di Cgil, Cisl e Uil, erano arrivati all’incontro con l’idea di non considerare proposte finora Bollate come “irricevibili”. L’obiettivo ribadito ieri è il voler affrontare una discussione sull’intera legge di Bilancio. Se ridiscutere tutto sarà impossibile, perché mancano i tempi, ci può essere comunque spazio per modifiche. I partiti potrebbero rivedere in Aula l’accordo per il taglio di 8 miliardi di tasse (7 sull’Irpef, 1 sull’Irap) che rimane la parte più avversata dai sindacati. Punto sul quale Landini, Sbarra, e Bombardieri valutano prossime iniziative da intraprendere, compreso lo sciopero generale

Regge il patto Draghi-Partiti

“Intanto dal Governo arrivano altre notizie. “Abbiamo chiuso il ciclo di incontri con le delegazioni dei partiti di maggioranza”, spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, “per pianificare nel modo più efficiente possibile, l’iter della manovra di Bilancio”. Il Ministro ricorda, che “assieme al presidente Mario Draghi e al ministro dell’Economia Daniele Franco, abbiamo ascoltato le istanze di tutte le forze politiche che sostengono il governo. Tutte le proposte”, evidenzia Dincà, “saranno oggetto di un lavoro di sintesi così da rendere il documento condiviso nel modo più ampio”. Sulla legge di bilancio pesa un macigno di oltre 6mila emendamenti presentati in Senato, che dovrebbero essere ridotti a 500 segnalati.

Confindustria delusa

Distacco e delusione, viene espressa dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

“Sono deluso dall’approccio dei partiti alla manovra”. “Ho sempre dichiarato”, sottolinea Bonomi, “che sosteniamo l’azione di questo governo perché riteniamo che vada nella direzione delle riforme, di cui questo Paese ha bisogno da 25 anni. È un momento storico, così come ho dichiarato in diverse occasioni, ma certo quando vedo i partiti che presentano più di 6mila emendamenti per la gestione del fondo di otto miliardi, su cui dicevano di aver trovato un accordo politico, francamente rimango colpito”.

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