venerdì, 26 Aprile, 2024
Esteri

L’ultimo attentato in moschea

L’ultimo, l’ennesimo attentato in Afghanistan è di venerdì scorso in una moschea: tramite l’esplosione di un ordigno nascosto all’interno dell’altoparlante ed inconsapevolmente azionato dopo la sua accensione da parte dell’Imam. La periferia di Jalalabad dove ha avuto luogo la tragedia, per la quale si contano almeno tre morti e quindici feriti, si trova nella regione di Nangarhar, all’est dell’Afghanistan e roccaforte da tempi non sospetti dell’Isis, cui sembra ricadere ogni responsabilità. La matrice della bomba esplosa nel venerdì di preghiera è infatti riconducibile allo Is-k, quale maggiore oppositore dei talebani.

NEL VENERDI’ DI PREGHIERA

Già, perché l’esplosivo ha ucciso nel momento immediatamente precedente alla preghiera. Nell’attimo di più profondo raccoglimento. E per quanto la cosa si renda ormai comune in quel territorio, proprio non riesco a trattare l’argomento per mezzo di termini altrettanto consueti. E mi chiedo quanto possa ancora essere banale il male – come lo chiamava la Arendt – per manifestarsi in un luogo sacro. Dove del resto è già comparso. Non è certo la prima volta infatti, che un ordigno viene nascosto tra le mura di una moschea. Eppure, quale contraddizione maggiore? Tra un momento di abbandono e raccoglimento, di pace, ed un attacco bellicoso e crudele – e pertanto, a tradimento?

L’ANIMA DEL LUOGO

Ogni giorno entro in chiesa, quasi sempre il caso ne sceglie per me una diversa. E, confesso, sono forte di quel luogo: raccolgo tutta la sua energia, il calore sacrale che la e mi avvolge al contempo. E da quel luogo sacro mai mi aspetterei un tradimento, mai un male. E sta qui forse, la chiave di lettura errata: non è, quasi mai, il luogo invero a tradire, ad esercitare il male. Ma le persone, coloro che non sono il luogo; non è così scontato come può sembrare. Chi oltre a trovarsi nel luogo, è anche precipuamente luogo – non potrebbe mai sovvertirne le spirito. Chi ne è privo, di spirito, non potrà perciò mai ascoltare, comprendere, essere realmente presente a sé stesso ed al luogo che visita. L’individuo che non incontra l’anima del luogo, semplicemente, è perché ne è sprovvisto. E uccidendo la commistione delle anime che invece nel luogo vi si incontrano e lo incontrano – si rende artefice del più sordido dei peccati.

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