giovedì, 25 Aprile, 2024
Società

Al Sud sempre più Sindaci di lotta e di Governo 

Dopo i confetti, puntuali e inesorabili come sempre, arrivano i difetti. È stato così anche per il matrimonio tra il Professor Manfredi e Napoli che il 3 Ottobre scorso lo ha eletto Sindaco a furor di popolo. Purtroppo per lui, la luna di miele è durata “l’espace d’un matin”. Il tempo di dare uno sguardo ai disastrati conti pubblici e all’incredibile mancanza di personale e subito sono incominciati i dolori: “Qui – ha fatto capire – o si fanno le cose per bene o sono pronto a lasciare”. La verità è che non solo Napoli, ma la stragrande maggioranza dei comuni meridionali, alla prova del Recovery, rischia di andare in palla. Napoli, sempre più metafora del Mezzogiorno, ha bisogno di tutto. Non solo di soldi ma soprattutto di tecnici, di progetti, di buon governo. Il populismo anarco-ribellista di De Magistris ha lasciato il segno sulla città.

Le urgenze per far fronte al Recovery 

Il “cahier de doleance” illustrato da Manfredi è lungo e doloroso. Per mettersi in sesto, Napoli ha bisogno tra i 100 e i 200 milioni solo per la spesa corrente. Per far funzionare la macchina amministrativa e per avviare gli interventi previsti dal Pnrr ci vogliono almeno mille unità tra tecnici, informatici, vigili urbani, impiegati e dirigenti. Dieci anni fa il Comune di Napoli aveva 12 mila dipendenti, oggi ne ha poco più di 4 mila.  L’altro giorno, un quotidiano non sempre tenero col Sud, titolava: “Ecco, il solito piagnisteo dei meridionali”. E invece no, cari miei! Questa volta vi sbagliate perché Napoli ha risposto con il 63 per cento di sì al programma di un eccellente professionista prestato alla politica.

Anche al Sud tanti Sindaci galantuomini 

Il Professor Manfredi, già Rettore e Ministro, ha un profilo atipico nella simbologia napoletana del Potere. E’ un accademico lontano anni luce dalla fuffa e dalla demagogia populista che in questi ultimi anni ha narcotizzato il Mezzogiorno. Un sindaco, come tante altre brave persone, che si è trasformato in un moderno cireneo. Si è  addossato una croce che, nell’immaginario collettivo, si associa sempre più ad un faticoso e ingrato “mestiere”.

Sono da ammirare questi uomini, queste donne, anche quando fanno i sindaci di lotta e di governo. Vanno incoraggiati perché lottano non contro qualcuno ma  solo per il bene della loro città. E soprattutto vanno premiati. Non solo raddoppiando le indennità, ma assicurando loro un minimo di protezione e “guarentigie” da parte dello Stato. Un grande scrittore francese, Jules Renard, per tanti anni fu sindaco di Chitry-les-Mines, nel Nièvre. Amministrò il suo paese dal 1904 fino alla morte. E, ripensando alla sua condizione di vita, diceva spesso: “Come sindaco devo preoccuparmi della buona manutenzione delle strade di campagna. Come poeta, invece, preferirei che fossero trascurate”.

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