Si chiama, prima che diventasse una moda, “Blue Economy”. È l’economia del mare che conta 200mila aziende e 47miliardi il valore aggiunto. E, soprattutto, le competenze Green richieste per 4 assunzioni su 5. Una economia che da lavoro a 885,2 mila persone (il 3,5% sul totale dell’occupazione del Paese). In percentuale il valore aggiunto di 46,7 miliardi di euro, il 3% del totale economia. Un settore in crescita malgrado le difficoltà, che punta al miglioramento ambientale, a quello delle imprese e dei lavoratori.
Finanziariamente il settore ha avuto una crescita notevole.
EFFETTO MOLTIPLICAYORE DI FILIERA
Per gli analisti, considerando gli effetti diretti e indiretti, si ha, per ogni euro prodotto direttamente, un effetto moltiplicatore di filiera pari a 1,9. Arrivando ad un valore aggiunto prodotto complessivo di 134,5 miliardi di euro: l’8,5% del totale dell’economia. C’è in atto una situazione di cambiamenti e di nuovi indirizzi produttivi che risulta vincente. Dati, progetti e prospettive sono presenti nel Rapporto dell’economia del mare promosso dalla Camera di commercio di Frosinone-Latina in raccordo con Unioncamere e realizzato dal Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne e dal volume “Economia del Mare e Green Deal”, realizzato da Unioncamere sulla base dei risultati delle indagini Excelsior 2019.
Ci sono numeri ed esperienze che fanno ben sperare per il futuro dell’intero settore e delle filiere produttive connesse. “Risparmio energetico e sostenibilità ambientale, sono skill centrali per trovare lavoro nella Blue economy: l’81,4% delle ricerche di lavoro richiede competenze Green”, si legge nella nota introduttiva.
“Il mare è sempre stato una delle più grandi sfide dell’uomo, spazio da conquistare e nel contempo risorsa da tutelare e proteggere; dalla risorsa mare l’uomo ricava costantemente alimenti, materie prime e anche energia”, sottolinea Giovanni Acampora, neo Presidente dell’Assonautica Nazionale e presidente della Camera di commercio Frosinone-Latina, che ricorda, “così, il mare, presentandosi come un’importante leva sulla quale fondare parte dello sviluppo economico, deve stimolare un attento studio su tutte quelle attività che sono il frutto, o possono trovare giovamento, dalla presenza di questa risorsa”.