L’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stabilisce che “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”, e mai come adesso è evidente la stretta correlazione tra la vita, la salute delle persone e le condizioni ambientali. Secondo il rapporto dell’EEA (European Environment Agency),
rispetto al 2000 le emissioni dei principali inquinanti atmosferici sono diminuite, ma nonostante ciò ancora nel 2018 l’esposizione al particolato fine ha causato circa 417.000 decessi prematuri in 41 Paesi europei, e nella sola Italia i decessi prematuri per il PM2.5 sono stati 52.300.
Il rapporto rapporto Lagambiente 2021
A novembre 2020 il nostro Paese è stato condannato dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, per aver violato il diritto Ue sulla qualità dell’aria. Si legge nella sentenza “i valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle PM10, sono stati superati in maniera sistematica e continuata tra il 2008 e il 2017”.
Nel suo rapporto annuale Mal’aria di città 2021, Legambiente traccia un bilancio sulla qualità dell’aria nei capoluoghi di provincia italiani, stilando una classifica sia delle città che hanno superato i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili, sia di quelle che hanno superato il valore medio annuale per le polveri sottili stabilito dall’OMS.
Il quadro che emerge è sconfortante: nel su 96 capoluoghi di provincia analizzati 35 hanno superato il limite previsto per le polveri sottili, ossia la soglia dei 35 giorni nell’anno solare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo. Le città più inquinate risultano Torino con 98 giorni di sforamenti registrati, seguita da Venezia con 88, Padova 84, Rovigo 83 e Treviso 80.
Al sesto posto si classifica Milano con 79, seguita da Avellino e Cremona con 78 giorni di sforamento, Frosinone 77, Modena e Vicenza che con 75 giorni di superamento dei limiti chiudono le 10 peggiori città.
Confrontati con i parametri più stringenti dettati dall’OMS, che hanno come focus esclusivamente la salute delle persone, la situazione non migliora. Sono 60 le città italiane che nel 2020 che hanno fatto registrare una media annuale superiore ai 20 microgrammi/metrocubo (µg/mc) di polveri sottili rispetto a quanto indicato dall’OMS (il 62% del campione analizzato).
Una strategia di bilanciamento
«L’inquinamento atmosferico – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – è un problema complesso che dipende da molteplici fattori come il traffico, il riscaldamento domestico, l’agricoltura e l’industria in primis. Proprio per tale complessità è una questione che non può essere affrontata in maniera estemporanea ed emergenziale».
Secondo Legambiente “è urgente intervenire in maniera rapida con misure efficaci affrontando il problema in modo strutturale e con una pianificazione adeguata e incrociando due temi cruciali: quello della mobilità sostenibile e dell’uso dello spazio pubblico e della strada prevedendo interventi ad hoc che, se integrati insieme ad altre misure riguardanti il settore del riscaldamento e dell’agricoltura, potranno portare benefici immediati e duraturi”.
Intervenuto alla Conferenza preparatoria della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani si è espresso sul tema dell’inquinamento dell’aria.
«I grandi sistemi industriali – ricorda – sono energivori, quindi è necessario trovare giusto bilancio tra le esigenze di un’economia che genera lavoro e benessere e il fatto che questa economia non debba essere implementata a spese dell’ambiente in cui viviamo.
Città, case housing, c’è mezzo pianeta in cui l’impatto principale dell’inquinamento viene vissuto per via dell’housing, di come si cucina, di come si riscalda, e c’è un’altra metà del pianeta in cui è più grande a livello di microparticolato e inquinamento negli spazi aperti, soprattutto i grandi centri urbani. Qui occorre una strategia che da un lato passa da tecnologie innovative, dall’altro pone il grande tema dell’educazione e della consapevolezza da parte di tutti che bisogna cambiare, a partire da noi stessi».