sabato, 16 Novembre, 2024
Società

Crediti “marci”, danno da 208 miliardi

“No performing loans”. Crediti “marci” soldi che banche e finanziarie non riavranno più. Mentre i creditori dovranno vedersela con tribunali o peggio con gente dura: il personale di agenzie di riscossione crediti. Inutile allora implorare di non perdere casa o altri beni, i soldi presi dovranno essere restituiti, se non il denaro allora la casa e altri beni. Ma ciò che banche e finanziarie ricavano dai crediti “marci” è poca cosa. I debiti infatti sono nelle pance degli istituti: una zavorra costosa per banche, azionisti e correntisti, questi ultimi, inoltre, sono i più esposti a rimetterci soldi.

A conti fatti i crediti deteriorati ammontano ad una cifra esorbitante: 208 miliardi – una decina di maxi manovre finanziarie – denaro che banche e finanziarie hanno visto uscire e non rientrare. A far deteriorate i crediti sono le molte circostanze economiche avverse – escludendo il dolo – che hanno colpito, famiglie, singole persone società, enti. Nel girone infernale di chi non riesce ad onorare i debiti c’è di tutto: chi ha perso il lavoro, quanti devono fronteggiare una separazione o sia messa in ginocchio da una malattia. In pratica chi ha acceso un mutuo e si è trovato nella impossibilità di pagare le rate, oppure chi nel giro vertiginoso di debiti non è riuscito più a pagare finanziarie e banche.

Naturalmente la montagna dei crediti deteriorati non è colpa di singoli cittadini, delle famiglie, o del neo disoccupato, molti soldi infatti sono quelli di migliaia di aziende fallite, di operazioni bancarie dubbie, di giri finanziari internazionali che poi si sono rivelati dei bluff a danno delle stesse banche. In questi anni di crescita economica bassa, di alti e bassi di borsa, di ingegnerie finanziarie, di finanza creativa, di crisi, di globalizzazioni dei crediti anche le banche hanno avuto un ruolo: dapprima cercando di cavalcare la tigre, le grandi aspettative delle new economy, e degli investimenti stellari nei mercati immobiliari, ad esempio, dopo che le bolle sono scoppiate, le banche per prime sono corse ai ripari. Ma era tardi.

Avevano concesso troppo e ora quei soldi si erano incagliati fino a marcire. Le banche hanno cercato di minimizzare le perdite. Ma le strade sono obbligate: o l’Istituto di credito ci rimette il denaro svalutando tutti i crediti e cercando di raccogliere qualcosa, un sistema che per gli azionisti sarebbe come gettare la spugna e rimetterci soldi, con il cerino in mano ai correntisti; oppure, come accade, e facile girare l’ammontare dei crediti a società specializzate per riscossione del denaro.

In questo caso aggiungendo rischi a rischi, in quanto tra svalutazioni, e condizioni imposte dalle società di recupero, alle banche andrà comunque male. Peggio ancora, tuttavia, sarà la vita di chi ha contratto i debiti e non è riuscito a pagare. In molti casi dovranno rimetterci tutto: dalla casa ai propri beni personali; e la vittima sarà il semplice cittadino che tra debiti e società di riscossioni non avrà più scampo.

Si potrà a quel punto dire addio alla casa per non aver pagato solo qualche rata del mutuo. Così tra debiti e iniziative spericolate in Italia si è giunti alla sorprendete somma di 208 miliardi che pesano sulla testa dei banchieri e soprattutto di quella dei correntisti e cittadini. I crediti “marci” sono anche un problema per l’Europa tanto che la Bce ha sollecitato tutti gli istituti a svalutare i crediti non più esigibili e recuperare ancora quelli che si possono riavere.

In questa situazione così complessa che rischia di precipitare ci sono anche iniziative virtuose e coraggiose, come quella di Altroconsumo che ha lanciato un appello alle altre associazioni di consumatori europee. “Le banche italiane non sono le uniche coinvolte”, ricorda in una nota l’Associazione, “stiamo sollecitando le istituzioni per evitare che con la nuova normativa aumentino i casi di chi, per esempio, perde la casa per poche migliaia di euro”. Altroconsumo poi si fa parte attiva anche nel tutelare le persone in difficoltà. “Hai un mutuo o un prestito e sei rimasto vittima del mercato dei crediti sempre più aggressivo?”, scrive Altroconsumo, “raccontaci cosa ti è successo, scrivendoci un’email a NPL@altroconsumo.it: ci aiuterai a rafforzare le nostre richieste alle istituzioni”.

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