mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Salute

Parla Massimiliano De Palma, chirurgo bariatrico, lavora alla casa di cura Madonna della Salute di Porto Viro, un’eccellenza italiana

Quando e dove è iniziato il suo percorso di chirurgo?
Nel 2007 mi sono laureato in chirurgia generale indirizzo chirurgia d’urgenza all’università Ferrara. Io e il dottor Sergio Carandina siamo compagni di corso, abbiamo terminato gli studi insieme e ci siamo trovati di fronte alla scelta di dove andare a lavorare. Conoscevamo il dottor Andrea Sartori, primario della chirurgia di Porto Viro, e ci ha dato i giusti insegnamenti chirurgici inziali. Così è nato il mio percorso come chirurgo generale. Sono sempre stato appassionato alla laparoscopia mi sono dedicato prevalentemente alla chirurgia laparoscopica avanzata del colon, del retto. Così il mio percorso si è evoluto fino al 2011 quando da da assistente, sono stato promosso a primo aiuto del dottor Sartori, mentre il dottor Carandina ha scelto di andare all’estero. Le nostre strade si sono quindi separate.

E quando si sono ricongiunte?
Nel 2015 quando Sergio Carandina è tornato con un progetto. Aveva appreso delle tecniche di chirurgia laparoscopica bariatrica e il dottor Sartori, insieme all’amministrazione, ha deciso di puntare su questo tipo di chirurgia. E in quell’anno ci siamo dedicati alla chirurgia bariatrica laparoscopica. 

Ha fatto dei percorsi formativi in quest’ambito?
Per stare al passo con il dottor Carandina, che aveva fatto un percorso formativo, nel mio caso specifico mi sono dedicato a fare il corso alla Sicob (società italiana della chirurgia dell’obesità) per diventare un chirurgo bariatrico riconosciuto dallo Stato italiano e sto frequentando un master di 2° livello sulla chirurgia laparoscopica bariatrica del mini bypass o Agb come viene chiamato a livello internazionale.

Come sono i pazienti quando si rivolgono a voi?
Ci sono due tipologie di pazienti. Quello che viene a chiedere informazioni, cioè colui che ha preso informazioni, che guarda internet e leggono blog. E’ colui che chiede se il suo caso può rientrare all’interno di un percorso bariatrico. Poi c’è quello che invece è già consapevole della propria malattia, cioè dell’obesità, e quindi arriva con la volontà di fare qualche cosa.

Quali sono le motivazioni?
I pazienti sono spinti dalle motivazioni più varie. Cioè persone che non si vedono più bene con sé stesse, oppure spinti da motivazioni sociali cioè gente che non riesce più ad avere rapporti sociali. Poi ci sono motivazioni familiari cioè mamme che vogliono giocare con i propri figli e questo è commovente, cioè è un gesto di estrema umanità e si estremo amore dei bambini che devono crescere insieme alle mamme. E’ ovvio che la motivazione fa la differenza, perché noi durante il colloquio, spieghiamo tutte le cose che succederanno e quelle che potrebbero succedere e speriamo che non succedano. E soltanto chi è veramente motivato ha la capacità di superare anche le avversità che un percorso bariatrico comunque comprende.

I pazienti bariatrici sono più donne o più uomini?
Il 90% sono donne che si rivolgono a noi per fare questo percorso. Forse perché la donna avverte tutti questi lati che ho descritto come priorità. Invece l’uomo viene quando non ce la fa più ad affrontare il proprio lavoro, a fare attività fisica. Le donne invece hanno la necessità di stare dietro alla famiglia, ai figli, e un lato estetico più sviluppato rispetto agli uomini. Anche se in chirurgia bariatrica non parliamo di chirurgia estetica ma di chirurgia di tipo metabolico.

In media quanti chili si perdono in un anno?
I pazienti non sono tutti uguali, in generale, parliamo di un peso medio perso tra i 55 ai 60 chili in un anno. Ma quello che a noi interessa è qualcosa di più specifico, cioè la percentuale di peso in eccesso perso. Che è uno dei requisiti che ci dicono che la chirurgia metabolica è una chirurgia di successo. E questa percentuale deve aggirarsi attorno al 70%  in un anno. Ed è una cosa che andiamo a ricercare quando facciamo i vari controlli perché ci esprime, insieme all’abbattimento delle comorbidità, il fatto che l’intervento sia stato efficace. E quindi un successo dal punto di vista clinico.

Fino adesso quanti interventi avete fatto?
Abbiamo iniziato questa esperienza nel 2015 e ad oggi abbiamo fatto circa 500 casi e l’85% dei casi sono sleeve. Ovviamente ci sono delle tendenze. Negli anni ’70 l’intervento che andava più di moda era l’anello gastrico, che ora è sorpassato. 

Qual è l’intervento più praticato?
La sleeve attualmente è quello più praticato a livello internazionale. Ed è quello che più si adegua alle caratteristiche dei pazienti che arrivano alla nostra attenzione.
Asportiamo l’80% dello stomaco, quindi il fondo, il corpo, e una porzione dell’antro gastrico. Così lo stomaco risulta essere tubulizzato. Cioè a forma di tubo che acquisisce la forma di una manica di camicia, ecco quindi il nome di sleeve gastrectomy in quanto “sleeve” in inglese significa “manica di camicia”.

Quanto è efficace?
Nei colloqui pre operatori ci si sofferma nello spiegare che l’intervento garantisce al paziente una “luna di miele” che dura circa un anno e mezzo. In questo periodo l’intervento ha il ruolo maggiore nel calo ponderale. Dopo di che deve entrare in campo il paziente che, in questo periodo, deve avere fatto propri dei concetti di tipo nutrizionale, psicologico, motivazionale, e di tipo “attività fisica”, tali per cui che soltanto se una persona sta alle regole e impara come mangiare, gli orari in cui mangiare, evitare bevande gassate, evitare di fumare, tutto questo, oltre all’attività fisica, permette di mantenere il risultato. Altrimenti lo stomaco, nel caso specifico della sleeve, è un muscolo e quindi e se noi lo alleniamo a dilatarsi mangiando in quantità sempre maggiori e bevendo cose gassate è destinato inevitabilmente a ipertroffizzarsi e quindi a ricrescere.

Nell’arco del mese, quando fate gli interventi bariatrici?
Noi svolgiamo l’attività bariatrica tutto il mese. Abbiamo due giornate che sono in genere il martedì e il mercoledì che l’equipe residenziale di  Porto Viro, esegue gli interventi di chirurgia bariatrica in quanto gli altri giorni della settimana dobbiamo garantire anche gli altri interventi chirurgici. E poi abbiamo una settimana al mese in cui viene il dottor Sergio Carandina a salutarci e in quella settimana facciamo la “bariatric week” in cui dedichiamo tutta la giornata a operare 10, 15 pazienti circa.

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