I toni sono ancora diplomatici ma nella realtà la sfida che Confindustria porta al Governo è di scontro sul come il Paese uscirà dall’emergenza. La lista dalle cose da fare è lunga ma il Presidente degli industriali, Carlo Bonomi nel partecipare in rappresentanza di Confindustria agli Stati Generali dell’Economia indetti dal governo a Villa Doria Pamphili, ha sottolineato i primi tre irrinunciabili problemi da risolvere per arginare la crisi e rilanciare l’economia. “Una produttività stagnante da 25 anni; qualità ed efficienza della spesa pubblica; sostenibilità del nostro debito pubblico che quest’anno sfiorerà il 160% del Prodotto interno lordo”.
“Oggi abbiamo posto al governo tre temi”, ha spiegato il Presidente Bonomi, “produttività stagnante, qualità ed efficienza della spesa pubblica; sostenibilità del nostro debito pubblico. L’Italia ha infatti un’occasione storica: l’Unione Europea potrebbe mettere a disposizione fondi pluriennali per un valore di quasi il 25% del nostro PIL. Possiamo rilanciare il Paese, una responsabilità per tutti noi”. L’idea di Nazione di Carlo Bonomi è tutta lanciata verso innovazione, modernità, produttività e impegno, una visione che arriva a lambire le scelte politiche di stampo riformista. Scelte più volte enunciate ma rinviate o attuate in modo marginale. Così sulla questione riforme il presidente degli industriali trova terreno fertile nel dettare l’agenda alla politica e ai partiti di governo.
“Ciò che chiediamo”, ha continuato il Presidente Bonomi, “è una democrazia moderna con istituzioni efficienti e funzionanti, cioè con una PA “buona”, come già indicato e chiesto da Governatore di Banca d’Italia.
Per quanto riguarda la cassa integrazione, questa è stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori quattro settimane. Confindustria denuncia infatti i gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno liquidità. Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee”.
Dopo l’incontro, Bonomi è stato ospite in diretta del TG5 e anche in questa sede ha ribadito il ruolo di Confindustria come interlocutore del governo sui temi economici sia nel mettere in guardia l’esecutivo di governo sugli errori da non commettere e sia sulle proposte da fare.
“Confindustria ha la possibilità di fare critiche sui temi economici e il dovere di fare proposte, come sempre fatto. Possiamo evitare che si ripeta una dolorosa recessione se supereremo i problemi che bloccano l’Italia da 25 anni”.
Nelle parole del Presidente poi l’individuazione dei primi segnali immediati da dare al sistema economico per aiutarlo a ripartire, ed anche in questo caso si tratta di una sollecitazione al Governo per gli impegni disattesi. “È necessario pagare i debiti della PA, che sono circa 50 miliardi bloccati, onorare i contratti verso le imprese: un esempio sarebbe il rispetto della sentenza della magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di euro di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione”, nel sottolineare le richieste il presidente di Confindustria ha ricordato come lo Stato rallenti i pagamenti mettendo in difficoltà le imprese, quindi ora l’obiettivo è quello di “accelerare i rimborsi IVA: le imprese non possono restare in attesa in media per oltre 60 settimane della regolazione da parte dello Stato dei crediti IVA alle imprese, quando nei Paesi concorrenti europei avviene in meno di 6 mesi”.