Il 5 luglio partiranno ufficialmente i saldi estivi in tutta Italia. È la data scelta in modo coordinato da tutte le Regioni, che quest’anno hanno deciso di fissare un’unica giornata di avvio per dare il via agli sconti di fine stagione. Fanno eccezione solo Trento e Bolzano, le due province autonome che mantengono una propria regolamentazione e non seguono il calendario nazionale.
Previsioni di spesa: fino a 3,2 miliardi
A fornire le stime è il Codacons, associazione che tutela i diritti dei consumatori. Secondo l’ente, il giro d’affari complessivo generato dai saldi potrebbe aggirarsi tra i 3 e i 3,2 miliardi di euro. Una cifra che, almeno sulla carta, testimonia l’importanza economica di questo periodo per il commercio. Ma dietro i numeri si nasconde un calo di interesse che ormai è diventato strutturale.
Un crollo rispetto a dieci anni fa
Rispetto al 2014, quando circa sette italiani su dieci approfittavano dei saldi, oggi la partecipazione è in netto calo. Secondo il Codacons, quest’anno solo tra il 50 e il 55 per cento dei consumatori si dice interessato a fare acquisti durante la stagione degli sconti. In altre parole, poco più della metà. Una discesa che l’associazione definisce “in caduta libera”, spiegando che i saldi non esercitano più l’attrazione di una volta.
I motivi del calo: sconti tutto l’anno
Il motivo principale, secondo l’analisi del Codacons, è il cambiamento radicale nelle abitudini di acquisto. Oggi è possibile trovare offerte e prezzi scontati in qualsiasi momento dell’anno, sia nei negozi fisici che su internet. Piattaforme di e-commerce, promozioni lampo, eventi come il Black Friday o il Prime Day rendono superflua l’attesa dei saldi tradizionali.
L’effetto dell’online e delle promozioni permanenti
Negli ultimi anni, i consumatori si sono abituati a un accesso continuo agli sconti. Acquistare online consente di confrontare i prezzi in tempo reale, utilizzare codici sconto, ricevere notifiche personalizzate. Anche nei negozi fisici si trovano sempre più spesso promozioni legate a eventi speciali o carte fedeltà. Il risultato è che gli sconti stagionali sono diventati una delle tante occasioni, ma non l’unica, né la più attesa.
Un’occasione comunque importante per il commercio
Nonostante il calo della partecipazione, la stagione dei saldi resta un periodo strategico per il commercio al dettaglio. I tre miliardi stimati rappresentano ancora un sostegno importante per molte attività, soprattutto in un momento in cui i consumi non crescono in modo omogeneo e il potere d’acquisto è messo alla prova dall’inflazione, pur rallentata.
Cambiano le priorità dei consumatori
Chi decide di spendere durante i saldi lo fa con un approccio diverso rispetto al passato. I consumatori sono più attenti, valutano le reali necessità, confrontano i prezzi. Lo shopping impulsivo sembra lasciare spazio a scelte più ragionate. Questo rende più difficile per i commercianti stimolare le vendite senza rivedere le proprie strategie.
Le parole del Codacons
“Quest’anno la quota di consumatori interessati agli sconti di fine stagione si attesta tra il 50 e il 55 per cento, in caduta libera rispetto a dieci anni fa, quando gli italiani che hanno approfittato dei saldi furono sette su dieci”, afferma il Codacons. E aggiunge: “I saldi hanno perso il loro potere attrattivo sui consumatori, che possono fare acquisti a prezzi scontati tutto l’anno approfittando delle offerte sul web o delle promozioni speciali nei negozi”.