Lo scontro tra Israele e Iran è ormai aperto. Nella notte tra ieri e oggi l’aviazione israeliana ha lanciato un’operazione militare di vasta portata colpendo con estrema precisione i principali siti nucleari iraniani (Natanz e Fordow), basi militari, residenze di alti ufficiali e infrastrutture strategiche in tutto il Paese. L’offensiva, definita da Tel Aviv “solo l’inizio”, ha causato almeno 78 morti e oltre 300 feriti, tra cui vertici dei pasdaran e scienziati nucleari. Israele avrebbe impiegato anche agenti del Mossad già presenti sul terreno per guidare raid e sabotaggi. La risposta iraniana è arrivata nella serata di oggi: oltre 100 missili balistici sono stati lanciati verso il centro di Israele. Le sirene hanno suonato da Tel Aviv a Gerusalemme. Alcuni razzi sono stati intercettati dal sistema Iron Dome, altri hanno colpito aree urbane causando almeno sette feriti. Una seconda ondata è stata segnalata in tarda serata.
Gli Stati Uniti, pur non coinvolti militarmente, avrebbero fornito intelligence e un tacito via libera. Trump ha definito l’attacco israeliano “eccellente” e ha avvertito Teheran: “I prossimi saranno più duri”.
L’allarme
La comunità internazionale è in allarme: Macron chiede moderazione, l’ONU si divide, l’Italia rafforza i contatti diplomatici. Il Ministro Tajani ha invitato Israele a evitare escalation, ma ha riconosciuto il diritto alla difesa. Intanto, Teheran valuta il ritiro dal Trattato di Non Proliferazione nucleare, mentre Hamas promette pieno sostegno all’Iran. Bloccate anche carovane pro-Gaza al confine tra Libia, Tunisia ed Egitto. Il mondo ora teme una guerra regionale su larga scala.