“Il numero cresciuto in questi anni, ma le persone che fanno il Cammino di Santiago compiono un vero pellegrinaggio o qualcos’altro?”. È stato l’interrogativo del Pontefice all’incontro con i rappresentanti della Famiglia guanelliana che si occupano dell’accoglienza. Il Pontefice ha raccomandato di portare sempre un Vangelo tascabile: “non costa nulla, ma se qualcuno non può pagare lo pago io”, ha sottolineato affettuosamente il Santo Padre, dando una indicazione quella che
“Lungo la strada, essere attenti agli altri, specialmente chi fa più fatica, chi è caduto, chi ha bisogno…”. La raccomandazione il Papa l’ha affidata ai pellegrini italiani del Cammino di Santiago, ricevuti in udienza nella Basilica vaticana insieme ai membri della Famiglia Guanelliana – padri, suore, seminaristi e laici –, che da quasi quindici anni lavorano nella Chiesa di Galizia, sia a Santiago sia a Finisterre, per dare accoglienza spirituale a coloro che intraprendono il “cammino”.
Grande rilievo storico
“Voi pellegrini siete un po’ una prova vivente del loro impegno apostolico”, ha sottolineato il Pontefice ricordando la crescita del numero dei pellegrini verso Santiago in questi ultimi trent’anni.
“Tra questi”, ha evidenziato il Santo Padre, “ci sono stati anche i miei predecessori San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i quali hanno voluto visitare quel Santuario, soprattutto per il suo grande rilievo nella storia cristiana dell’Europa”.
Cammino e ascolto del cuore
Il Pontefice ha indicato poi tre segni per identificare il pellegrinaggio cristiano alle Tombe degli Apostoli. Il primo è il silenzio: “Il cammino vissuto nel silenzio permette di ascoltare, di ascoltare con il cuore, e di trovare così, mentre si cammina, attraverso la fatica, le risposte che il cuore cerca, perché il cuore fa delle domande”.
Il secondo segno è il Vangelo: “Avere sempre in tasca il Vangelo, questo mi raccomando, compratene uno piccolino, tascabile e metterlo in tasca e tutti i giorni leggete qualcosa; aprirlo così e leggete”, raccomanda il Pontefice, distaccandosi dal testo scritto. È un bel modo di preghiera. Un Vangelo tascabile, non costa niente”.
L’assistenza a chi ha bisogno
Dopo silenzio e Vangelo, il terzo elemento è quello che il Pontefice definisce “protocollo Matteo 25”, ovvero l’assistenza e l’aiuto agli ultimi secondo le parole di Cristo nel Vangelo (Mt 25,40): “Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. “Silenzio, Vangelo e fare del bene, alle persone anche più piccole, le persone più disagiate. Sempre fare del bene”, rimarca il Papa, ricordando che “San Luigi Guanella diceva che lo scopo della vita di chi crede è fare in modo che nessuno sia lasciato indietro”.
Darsi come servizio al prossimo
“Il cammino”, ricorda il Papa, “è tanto più vero, tanto più cristiano, quanto più conduce a uscire da sé stessi e a darsi gratuitamente, nel servizio al prossimo”. E questo lo fa lo Spirito Santo quando noi leggiamo ogni giorno il Vangelo: “Noi”, racconta Francesco, “possiamo leggere un romanzo, bello, ci fa bene forse, leggere le notizie di tutti i giorni, alcune ci fanno piangere, ma possiamo leggere; ma quando si legge il Vangelo c’è uno accanto a noi” ed è lo Spirito Santo che aiuta “a farci capire bene questo che fa il Vangelo”.
Auguri e opera di apostolato
A conclusione del suo saluto, dal Papa l’incoraggiamento alla famiglia guanelliana a proseguire questa opera di “apostolato di evangelizzazione e di cura”. “Gli antichi pellegrini”, ha concluso il Santo Padre, “ci insegnano che dai pellegrinaggi cristiani si ritorna come apostoli! Io faccio il pellegrinaggio e ritorno come un apostolo per annunciare Gesù”.