Non convince il taglio di “soli” 25 punti base del tasso di riferimento della politica monetaria deciso dalla Bce e, secondo Confartigianato, che ha già contestato la scelta della Banca europea, quello appena attuato “potrebbe essere troppo prudente per rilanciare l’economia nell’Eurozona che nel secondo trimestre del 2024 sale solo dello 0,6% su base annua, segnando una ‘crescita zero’ per la Germania.” Gli artigiani italiani chiedono un ulteriore taglio a breve anche perché “l’impatto della politica monetaria restrittiva ha rallentato le scelte di investimento delle imprese, frenando le transizioni green e digitale.” Ristagna soprattutto la domanda estera di macchinari made in Italy – Nei primi sette mesi del 2024 il valore dell’export di macchinari è sostanzialmente stazionario (+0,4%), combinazione di una flessione del 3,0%% nei paesi Ue e di un aumento del 3,4% nei paesi extra Ue. La crisi della Germania comprime anche la domanda di tecnologia made in Italy, con l’export di macchinari sul mercato tedesco che scende del 4,4%.
Compressi gli investimenti
Secondo Confartigianato il rialzo del costo del denaro ha ridotto la domanda di credito bancario, comprimendo gli investimenti, con effetti amplificati in Italia. A luglio 2024 il costo del credito per le imprese è del 5,34% (era 5,33% a giugno), superiore di 28 punti base al tasso medio di 5,06% (era 5,07% a giugno) rilevato nell’Eurozona e risultando superiore al costo registrato nei maggiori paesi europei. Nei due anni di stretta monetaria le imprese italiane hanno visto salire gli oneri finanziari sui prestiti di 371 punti base, 48 punti in più dell’incremento di 323 punti registrato in Eurozona. In parallelo si registra un rallentamento dell’inflazione dell’Eurozona, che ad agosto scende al 2,2% (era 2,6% a luglio): a fronte di una discesa dell’ inflazione sale il tasso di interesse reale, accentuando gli effetti recessivi della politica monetaria.
Stretta creditizia frena le imprese
Secondo un’analisi divulgata in questi giorni “la velocità di discesa dei tassi ufficiali è ampiamente inferiore a quella registrata nella fase di stretta monetaria: tra giugno 2022 e settembre 2023 i tassi ufficiali sono saliti di 400 punti base in 14 mesi mentre sono scesi di 50 punti base nei successivi 12 mesi. Il caro-tassi si associa ad un calo della domanda di prestiti delle imprese, che in Italia a luglio è in flessione del 4,1% su base annua, mentre nell’Eurozona si rileva un aumento dello 0,6%. La stretta creditizia si riduce la propensione ad investire delle imprese: nel secondo trimestre del 2024 gli investimenti in macchinari e impianti in termini reali scendono del 2,8% su base annua, mettendo un freno alla twin transition, digitale ed ecologica. La flessione, diffusa tra le maggiori economi europee, è del -3,1% nell’Eurozona.”
Ridotta la produzione
L’ufficio studi di Confartigianato sostiene, inoltre, che “a fronte del calo della domanda si riduce l’attività di produzione: nei primi sette mesi del 2024 la produzione di beni strumentali cale del 3,8%, trend confermato anche per la produzione di macchinari. Nell’ambito dei beni strumentali, la domanda di investimenti in mezzi di trasporto si intreccia con la crisi dell’ automotive e le incertezze della transizione verso la mobilità elettrica.”