lunedì, 18 Novembre, 2024
Attualità

Vaticano. Papa Francesco: “Dio è con i migranti”

Netta presa di posizione del Pontefice sul tema dell’immigrazione: “Il Signore è con loro, non con chi li respinge”

“Dio non rimane a distanza, no, condivide il dramma dei migranti, Dio è con loro, con i migranti, soffre con loro, con i migranti, piange e spera con loro, con i migranti”. Così Papa Francesco, nel corso dell’Udienza Generale tenuta ieri in Piazza San Pietro.

Un’Udienza, quella del Pontefice, che ha visto una catechesi fuori dal consueto, visto che proprio lo stesso Papa ha dichiarato che “desidero fermarmi con voi a pensare alle persone che, anche in questo momento, stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza. Ci farà bene, oggi pensare: il Signore è con i nostri migranti nel ‘Mare Nostrum’, il Signore è con loro, non con quelli che li respingono”. Parole, queste del Santo Padre, che arrivano in contemporanea al un nuovo stop per la ‘Geo Barents’, la nave umanitaria di Medici Senza Frontiere, fermata dalle autorità italiane.

Mare e deserto

“Mare e deserto: queste due parole – ha osservato – ritornano in tante testimonianze che ricevo, sia da parte di migranti, sia da persone che si impegnano per soccorrerli. E quando dico ‘mare’, nel contesto delle migrazioni, intendo tutte le masse d’acqua insidiose che tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo sono costretti ad attraversare per raggiungere la loro meta. E ‘deserto’ non è solo quello di sabbia e dune, o quello roccioso, ma sono pure tutti quei territori impervi e pericolosi, dove i migranti camminano da soli, abbandonati a sé stessi. Migranti, mare e deserto. Le rotte migratorie di oggi sono spesso segnate – ha continuato il Pontefice – da attraversamenti di mari e deserti, che per molte, troppe persone, risultano mortali. Per questo oggi voglio soffermarmi su questo dramma, questo dolore. Alcune di queste rotte le conosciamo meglio, perché stanno spesso sotto i riflettori; altre, la maggior parte, sono poco note, ma non per questo meno battute”.

Il mare come cimitero

Proseguendo nel suo discorso, ha rivolto la sua discussione verso il nostro di mare: “Del Mediterraneo ho parlato tante volte, perché sono Vescovo di Roma e perché è emblematico: il Mare Nostrum, luogo di comunicazione fra popoli e civiltà, è diventato un cimitero. E la tragedia è che molti, la maggior parte di questi morti, potevano essere salvati”.

Un monito seguito da una presa di posizione e un’accusa chiara: “Bisogna dirlo con chiarezza: c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave. Non dimentichiamo ciò che dice la Bibbia: ‘Non molesterai il forestiero né lo opprimerai’. L’orfano, la vedova e lo straniero sono i poveri per eccellenza che Dio sempre difende e chiede di difendere”.

Gli esodi nel deserto

“Anche alcuni deserti – ha aggiunto – purtroppo, diventano cimiteri di migranti. E pure qui spesso non si tratta di morti ‘naturali’. A volte nel deserto ce li hanno portati e abbandonati. Tutti conosciamo la foto della moglie e della figlia di Pato, morte di fame e di sete nel deserto. Nell’epoca dei satelliti e dei droni, ci sono uomini, donne e bambini migranti che nessuno deve vedere: li nascondono. Solo Dio li vede e ascolta il loro grido. E questa è una crudeltà della nostra civiltà”.

“Dio è con i migranti”

“C’è un Salmo che – ha spiegato il Vicario di Cristo – rivolgendosi al Signore, dice: ‘Sul mare la tua via / i tuoi sentieri sulle grandi acque’. E un altro canta così: ‘Guidò il suo popolo nel deserto, / perché il suo amore è per sempre’. Queste parole sante ci dicono che, per accompagnare il popolo nel cammino della libertà, Dio stesso attraversa il mare e il deserto; Dio non rimane a distanza, no, condivide il dramma dei migranti, Dio è con loro, con i migranti, soffre con loro, con i migranti, piange e spera con loro, con i migranti. Ci farà bene, oggi pensare: il Signore è con i nostri migranti nel mare nostrum, il Signore è con loro, non con quelli che li respingono”.

No ai respingimenti

“Fratelli e sorelle su una cosa potremmo essere tutti d’accordo: in quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci, e ce ne sono, purtroppo. Ma non è attraverso leggi più restrittive non è con la militarizzazione delle frontiere, non è con i respingimenti che otterremo questo risultato – ha ammonito il Santo Padre – Lo otterremo invece ampliando le vie di accesso sicure e le vie di accesso regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, dalle violenze, dalle persecuzioni e dalle tante calamità; lo otterremo favorendo in ogni modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà. E unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui”.

Dalla parte di chi soccorre

Una tragedia che, secondo il Papa, dovrebbe invitare alla riflessione: “Quanti muoiono nel Mediterraneo. Pensate a Lampedusa, a Crotone … quante cose brutte e tristi. E vorrei concludere riconoscendo e lodando l’impegno di tanti buoni samaritani, che si prodigano per soccorrere e salvare i migranti feriti e abbandonati sulle rotte di disperata speranza, nei cinque continenti”.

Proprio i “buoni samaritani”, i soccorritori e le soccorritrici, secondo il Vescovo di Roma, “sono segno di una umanità che non si lascia contagiare dalla cattiva cultura dell’indifferenza e dello scarto: quello che uccide i migranti è la nostra indifferenza e quell’atteggiamento di scartare. E chi non può stare come loro ‘in prima linea’, penso a tanti bravi che stanno lì in prima linea, a ‘Mediterranea Saving Humans’ e tante altre associazioni, non per questo è escluso da tale lotta di civiltà: noi non possiamo stare in prima linea ma non siamo esclusi; ci sono tanti modi di dare il proprio contributo, primo fra tutti la preghiera. E a voi domando: voi pregate per i migranti, per questi che vengono nelle nostre terre per salvare la vita? E ‘voi’ volete cacciarli via”, concludendo con una richiesta di speranza: “uniamo i cuori e le forze, perché i mari e i deserti non siano cimiteri, ma spazi dove Dio possa aprire strade di libertà e di fraternità”.

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