domenica, 17 Novembre, 2024
Esteri

Il nuovo video musicale dei Washed Out è tutto opera dell’intelligenza artificiale

Un artista appartenente al movimento chillwave ha recentemente svelato un innovativo videoclip per la canzone ‘The Hardest Part’ del gruppo musicale Washed Out, un progetto unico nel suo genere prodotto grazie all’intelligenza artificiale di OpenAI, soprannominata Sora. Il video, che si estende per un impressionante periodo di quattro anni, è stato magistralmente realizzato dal regista Paul Trillo, e narra una storia d’amore avvolta in un incantevole effetto di ‘zoom perpetuo’. Questa particolare tecnica cinematografica è stata resa possibile esclusivamente tramite l’impiego di questa rivoluzionaria tecnologia AI. L’intelligenza artificiale Sora, ancora nella fase sperimentale e non ancora resa disponibile al grande pubblico, dispone della sorprendente capacità di convertire testi in affascinanti sequenze video. La sua competenza nell’elaborare immagini incredibilmente realistiche ha generato una vasta gamma di opinioni differenti tra gli utenti di Internet.

Paesaggi onirici

Il video in questione, che si distingue come il più esteso mai prodotto utilizzando Sora, esibisce paesaggi onirici e immagini iperrealistiche. Paul Trillo ha enfatizzato la sua aspirazione a superare le tradizionali barriere del realismo attraverso quest’opera. Ernest Greene, il talentuoso componente dei Washed Out, ha espresso il suo pensiero affermando che l’intelligenza artificiale ha apportato una dimensione narrativa unica e distintiva al loro brano musicale.

Tuttavia, diversi artisti si mostrano scettici e mantengono una posizione critica riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale nel campo artistico. L’ascesa di queste tecnologie generative solleva questioni fondamentali sull’impatto che potrebbero avere sul settore creativo nel suo insieme. Nonostante le polemiche e le dispute legali che si stanno verificando, Paul Trillo guarda al futuro artistico dell’intelligenza artificiale con grande speranza e ottimismo. Egli considera l’IA come un’integrazione agli strumenti già esistenti per la creazione artistica, piuttosto che come il nuovo standard dominante.

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