domenica, 22 Dicembre, 2024
Attualità

‘QS World University’, la classifica delle università più virtuose al mondo

È stata pubblicata la 14a edizione della ‘QS World University Rankings by Subject’, una classifica di università che fornisce una graduatoria oggettiva degli atenei a livello mondiale sulle prestazioni di oltre 1.500 università in 96 Paesi e territori, in 55 discipline accademiche e cinque ampie aree di studio. I risultati di questa analisi comparativa, pubblicata annualmente da QS Quacquarelli Symonds, analista internazionale della formazione universitaria, indicano le università statunitensi in testa in ben 32 discipline, il doppio del concorrente internazionale più vicino, il Regno Unito, con 16 discipline. L’Università di Harvard è l’istituzione più performante al mondo, con il primo posto in 19 discipline. In Europa la prima in numero di materie è l’Università di Oxford con 4 discipline e l’unica italiana è “La Sapienza di Roma”, per studi classici e storia antica. La classifica include 56 università italiane, per un totale di 577 piazzamenti in classifica, con un aumento netto di 47 rispetto all’edizione precedente, in 55 discipline accademiche. A confermarsi nella Top 20 mondiale è la Libera università internazionale degli studi sociali “Luiss”, prima anche a livello nazionale per gli studi politici e internazionali. La Luiss fa il suo ingresso anche nelle migliori 50 università al mondo per il Marketing.

L’Italia contribuisce al progresso accademico

Ben Sowter, vicepresidente senior di QS, ha dichiarato: “La nostra più ampia classifica, che ha valutato l’eccellenza accademica di oltre 1.500 università a livello globale in 55 discipline, poggia su una base che va oltre le metriche di ricerca. Esse si basano sulle intuizioni di 144 mila accademici e 98 mila datori di lavoro intervistati in tutto il mondo. Queste classifiche non solo illuminano i fattori che determinano la qualità della formazione universitaria, ma offrono anche una comprensione sfumata di come si raggiunge l’eccellenza globale. Gli investimenti mirati e sostenuti e la collaborazione internazionale sono pilastri fondamentali per il progresso”. Ben Sowter ha poi aggiunto: “In questi tempi, la salvaguardia e il rafforzamento della formazione universitaria e della mobilità studentesca internazionale sono imperativi in quanto motori del progresso e dell’innovazione della società. L’Italia contribuisce in modo significativo al progresso accademico e della ricerca e la classifica sottolinea la sua competitività a livello regionale e globale”.

71 nuovi piazzamenti italiani

In elenco ci sono 71 nuovi piazzamenti italiani. Per quanto riguarda le performance, il 45% dei posti italiani in classifica è rimasto stabile, il 19% ha registrato un miglioramento, mentre il 24% ha subito un calo, con una leggera flessione complessiva del -5% rispetto all’anno scorso. Inoltre, le università italiane si sono aggiudicate 99 posizioni (3 in più rispetto alla scorsa edizione) nelle cinque grandi aree di studio: arti e scienze umane, ingegneria e tecnologia, scienze della vita, scienze naturali e scienze sociali. A livello globale, l’Italia si colloca al settimo posto per numero di ingressi in classifica e all’ottavo per numero di università presenti. Una ripartizione dettagliata delle classifiche per livello, tra cui n. 1, top 10, top 20, top 50, top 100 e top 200, per i Paesi dell’Unione Europea presenti in questo studio vede l’Italia occupare la seconda posizione per numero di posti in classifica complessivi, dietro solo alla Germania. Come detto, tra questi spicca La Sapienza di Roma, che mantiene la sua leadership mondiale negli studi classici e di storia antica, a testimonianza dell’eccellenza accademica italiana. In un confronto più mirato all’interno dell’Ue, l’Italia si colloca al secondo posto per numero di inserimenti nella Top 10 mondiale delle materie, con otto inserimenti, subito dopo i Paesi Bassi, in testa con 13 inserimenti. In particolare, l’Italia risulta essere il nono miglior sistema di formazione universitaria a livello globale tra i 96 Paesi e territori classificati, in termini di piazzamenti nelle prime dieci posizioni. I suoi otto posti in classifica eguagliano quelli della Cina, superando di tre posizioni quelle di Germania, Francia e Giappone.

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