venerdì, 22 Novembre, 2024
Società

L’Unione europea compatta: “Bisogna fermare Putin”

Consiglio Ue. i 27 leader cercano accordi sulle armi a Kyiv. Zelensky: “Sconfiggere la Russia è questione di vita o di morte”. Divisioni sulla spesa per la difesa comune

“Sconfiggere Putin è questione di vita o di morte per il vecchio continente. Perché la vittoria della Russia rappresenterebbe la fine dei valori europei”. Un appello potente quello lanciato ieri dal Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, presente in video-collegamento nel corso della prima giornata del Consiglio europeo che si concluderà oggi a Bruxelles. E che ha chiaramente come focus del summit l’aggressione di Mosca e la guerra in Medioriente, dove l’obiettivo dei 27 leader europei è quello rispettivamente di cercare accordi sulle armi da destinare all’Ucraina nel primo caso e arrivare a un cessate il fuoco nel secondo.

Molto atteso l’intervento del numero uno di Kyïv che ha insistito particolarmente sulla politica di Putin, dove “gli essere umani non contano affatto” ed è “diametralmente opposta al modello europeo che è basata invece su democrazia, diritti umani e uguaglianza”. Un richiamo, quello di Zelensky, alla responsabilità collettiva di tutta la comunità internazionale nel sostenere l’Ucraina e resistere alle minacce alla pace e alla stabilità in Europa. Si è poi detto grato per la creazione del Fondo di assistenza destinato alla sua nazione, che ammonta a 5 miliardi di euro. Ma ha chiesto che si faccia di più sull’artiglieria, dicendosi frustrato dal fatto che i soldati ucraini abbiamo sul fronte poche armi: “L’Europa può darcene di più, anche per dimostrare alla Russia che ci sarà abbastanza sostegno anche se dovesse venire ordinata l’espansione dell’aggressione ad altri Paesi europei”.

La linea dura di Scholz

E dalla prima giornata del Consiglio europeo si è capito che l’aiuto a Kyïv non mancherà. Su questo l’Ue si muove compatta contro Putin. Lo ha fatto capire la Presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola che non ha negato la gravità della situazione e che proprio per questo “il nostro sostegno non può vacillare”, aggiungendo della necessità di accelerare e intensificare la consegna delle attrezzature di cui l’Ucraina ha bisogno.

Ancora più chiaro il Cancelliere tedesco Olaf Scholz secondo il quale i Paesi dell’Unione europea dovrebbero decidere di utilizzare i profitti straordinari derivanti dai beni russi congelati per acquistare armi e munizioni per l’Ucraina. Sarebbe un messaggio importante: “Sono abbastanza sicuro che stiamo inviando un segnale molto chiaro a Putin, che ha sbagliato i calcoli se ritiene che non saremo in grado di sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario”, le sue parole. Un concetto che ha trovato d’accordo anche il Ministro degli Esteri Antonio Tajani(“bisogna aiutare Kyïv a difendersi ed evitare che venga sconfitta dai russi”), ma che ha tenuto a precisare che il Consiglio europeo “non è un summit di guerra, dobbiamo lavorare per la pace e per una de-escalation, ci sono troppi focolai preoccupanti, dall’Ucraina al Medioriente.

Divisioni sulle spese per la difesa

Intanto nella mattinata di ieri il Commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni aveva parlato della possibilità dell’introduzione dei cosiddetti ‘defence bond’, o obbligazioni di difesa, che si riferiscono all’idea di emettere titoli di debito comuni per finanziare le spese militari e di sicurezza dell’Unione europea. Ma al momento questa ipotesi, che ha trovato d’accordo anche Tajani, non viene presa in considerazione a causa di divergenze: alcuni Paesi si oppongono all’idea di condividere il carico finanziario delle spese militari con altri membri dell’unione, mentre altri sono più propensi ad abbracciare un approccio comune alla difesa. Tajani comunque ci crede: “Abbiamo buone ragioni per convincere altri Paesi che devono guardare all’importanza di una difesa comune contro i rischi per la sicurezza nel Nord Europa. Siamo a favore di un percorso che porti all’obiettivo finale di dotarci di forze di difesa comune in Europa, è il modo migliore per proteggere cittadini e avere un ruolo di maggiore equilibrio anche nella Nato, ma serve anche sostegno finanziario”.

Ma allo stato delle cose il dibattito tra i 27 leader è stato rallentato dalle divisioni tra gli Stati membri sull’aspetto finanziario, con l’eterno conflitto tra chi sostiene l’idea di un debito comune europeo e chi è contrario. Se ne saprà di più oggi.

L’intervento di Meloni

Durante la sessione di lavoro con il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sollevato importanti questioni riguardanti la crisi in Medio Oriente. Il Premier ha posto l’accento sull’urgente necessità di una pausa umanitaria che conduca a un cessate il fuoco sostenibile nella regione. Ha sottolineato il ruolo cruciale che l’Unione europea può e deve svolgere nel contribuire alla risoluzione di questa crisi che minaccia la stabilità e la pace internazionale. Particolarmente preoccupante, per il Primo Ministro, sono le prospettive di un’operazione di terra da parte di Israele a Rafah, esprimendo quindi inquietudine riguardo alle implicazioni umanitarie di un’azione del genere e ha fatto appello alla comunità internazionale affinché si adoperi per prevenire ulteriori escalation di violenza. Ha poi ricordato che per affrontare la drammatica insicurezza alimentare che affligge la popolazione civile a Gaza, l’Italia, insieme alla Fao, al Programma alimentare mondiale e alla Croce Rossa Internazionale, ha lanciato l’iniziativa ‘Food for Gaza’, progetto che mira a creare un meccanismo di coordinamento per fornire assistenza alimentare immediata e a sviluppare soluzioni a medio termine per affrontare i bisogni della popolazione, compresa la ricostruzione delle infrastrutture e, fondamentalmente, a promuovere un percorso verso la pace. Inoltre Meloni ha posto anche l’attenzione sull’importanza di sostenere la crescita economica e sociale del ‘Global South’, parlando della necessità di attuare un imponente piano di finanziamenti, nel quale il Piano Mattei e la strategia Global Gateway dell’Ue potrebbero giocare un ruolo centrale come componente e motore. Il tutto non solo favorirebbe lo sviluppo dei Paesi del Global South, ma rappresenterebbe anche un efficace strumento per affrontare il problema della migrazione illegale. Investire in questi Paesi, per il Premier, è fondamentale per combattere i trafficanti di esseri umani, definiti “nemici nostri e dello sviluppo delle Nazioni più povere”.

Scontro sull’agricoltura

Da segnalare però uno scontro tra i leader dell’Ue in merito allaproposta di mettere un tetto all’import di alcuni prodotti agricoli ucraini, già esenti da dazi doganali. In particolare, la Francia si è schierata con l’Italia e la Polonia per bloccare la bozza di accordo dell’Ue su questo tema. Secondo il ministro dell’Agricoltura francese Marc Fesneau la bozza non è ancora soddisfacente e non risponde alle esigenze degli agricoltori francesi. In particolare, la Francia vorrebbe includere nel tetto anche il grano, poiché gli agricoltori del Paese temono la concorrenza delle importazioni ucraine, che godono di costi di produzione più bassi. Zelensky ha espresso la sua delusione per la decisione dell’Ue di limitare le importazioni agricole dall’Ucraina, sottolineando l’ingiustizia di questa misura considerando che le importazioni di grano dalla Russia e dalla Bielorussia rimangono illimitate.

I complimenti a Putin

A latere, fanno discutere le congratulazioni del Primo ministro ungherese Viktor Orban a Putin per la sua rielezione per via di una cooperazione tra i due Paesi “basata sul reciproco rispetto”. Parole non condivise dalla Metsola: “La Russia ha invaso illegalmente l’Ucraina, Putin non si è fermato nel 2008 né nel 2014 e non dà segni di volersi fermare ora”.

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