sabato, 23 Novembre, 2024
Società

Il Papa: “La gola è il vizio più grave, la furia del ventre uccide il pianeta”

“Se lo leggiamo da un punto di vista sociale, la gola è forse il vizio più pericoloso, che sta uccidendo il pianeta”. Un monito durissimo e, perché no, particolarmente insolito quello lanciato ieri dal Papa nel corso dell’Udienza generale del mercoledì con il quale ha voluto evidenziare l’urgenza di affrontare il problema dell’avidità eccessiva nei confronti delle risorse naturali mettendo nel mirino uno dei “vizi capitali” secondo la Chiesa cattolica, la gola appunto.

Francesco ha sottolineato che il peccato di chi cede davanti a una piccola tentazione, come una fetta di torta, può sembrare insignificante, ma la voracità con cui l’umanità si è lanciata nell’uso sconsiderato dei beni del pianeta sta compromettendo il futuro di tutti: “Ci siamo avventati su tutto, per diventare padroni di ogni cosa, mentre ogni cosa era stata consegnata alla nostra custodia. Ecco dunque il grande peccato, la furia del ventre”. Insomma, il Pontefice ha criticato l’atteggiamento umano che si è evoluto nel corso dei secoli, passando dalla custodia responsabile della Terra a una corsa sfrenata per diventarne padroni: “Nel nostro desiderio di dominare ogni cosa, abbiamo abiurato il nome di uomini, per assumerne un altro: ‘consumatori’. Non ci siamo nemmeno accorti che qualcuno ha cominciato a chiamarci così. Siamo fatti per essere uomini e donne ‘eucaristici’, capaci di ringraziamento, discreti nell’uso della terra, e invece ci siamo trasformati in predatori”, ha spiegato sottolineando quindi la necessità di una riflessione profonda sulla nostra relazione con il pianeta e con gli altri esseri umani. Ha detto che la “gola sociale ”ha fatto molto male a entrambi, danneggiando la casa comune e minacciando l’equilibrio ecologico: “Lasciamo che il Vangelo ci guarisca dalla gola personale e dalla gola sociale”.

Riflessione sulla “Gola personale”

E proprio sulla ‘gola personale’ il Vescovo di Roma ha offerto una profonda riflessione sulla relazione tra l’essere umano e il cibo, sottolineando l’importanza di un approccio sereno nei confronti dell’alimentazione. Il Papa ha ricordato il rapporto “sereno” che Gesù aveva con il cibo, un modello che, secondo Francesco, dovrebbe essere riscoperto e valorizzato, specialmente nelle società del benessere, dove si osservano numerosi squilibri e patologie legate alla nutrizione.

La riflessione di Francesco si è concentrata sulle disfunzioni alimentari diffuse nelle società moderne, come anoressia, bulimia e obesità. Ha fatto notare come spesso le persone mangino nella solitudine e come la medicina e la psicologia cerchino di affrontare le cattive relazioni con il cibo. Malattie definite “spesso dolorosissime”, legate ai tormenti della psiche e dell’anima.

Il cuore del discorso del Pontefice è stato il richiamo a comprendere che non sono i cibi in sé a essere sbagliati, ma la relazione che le persone hanno con essi. Ha sottolineato che l’alimentazione è la manifestazione di qualcosa di interiore, riflettendo la predisposizione all’equilibrio o alla smodatezza, la capacità di ringraziare o l’arrogante pretesa di autonomia, l’empatia o l’egoismo.

Citando due detti popolari (‘Dimmi come mangi e ti dirò che anima possiedi’ e ‘Non dobbiamo vivere per mangiare, ma mangiare per vivere’), il Papa ha evidenziato come il modo di mangiare riveli la nostra interiorità. Ha menzionato anche il termine “gastrimargia”, utilizzato dagli antichi Padri per indicare il vizio della gola, traducibile come “follia del ventre”.

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