mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Economia

Allarme povertà tra bollette, casa e lavoro: la Caritas supporta quasi 256mila persone

Sono circa 5,6 milioni i poveri assoluti nel nostro Paese (pari al 9,7% della popolazione), in crescita del +0,6% rispetto al 2021. Nel corso di un solo anno sono sprofondati nella povertà assoluta circa 357mila persone e quasi un residente su dieci non ha accesso a uno stile di vita dignitoso. È questo l’allarmante scenario emerso dal rapporto “Tutto da Perdere” realizzato da Caritas italiana, in occasione della VII Giornata Mondiale dei poveri istituita da Papa Francesco. Si stima che nel 2022 sono stati 2.187.000 i nuclei familiari colpiti dalla povertà assoluta, in crescita di 165.000 unità rispetto l’anno precedente e tra loro si contano circa 1,2 milioni di bambini in condizioni di indigenza, il cui futuro ad oggi è già stato compromesso. I dati del Rapporto non sono rassicuranti neanche per gli stranieri in Italia, poiché pur rappresentando l’8,7% della popolazione costituiscono il 30% dei poveri assoluti nel nostro Paese. Avere un lavoro, inoltre, non basta più per avere la sicurezza di condurre una vita economicamente decente. Infatti, i lavoratori poveri che si rivolgono alla Caritas sono il 22,8% dell’utenza, vittime soprattutto del caro prezzi e dell’inflazione che ha colpito l’Italia e l’Europa a causa dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.

3,4 milioni di interventi

Il costante impegno della Caritas ha consentito nel 2022 di aiutare e supportare 255.957 persone, ovvero l’11,7% delle famiglie in povertà assoluta. In totale, sono stati effettuati 3,4 milioni di interventi per una media di, 13,5 prestazioni per assistito o nucleo familiare. Dato più che raddoppiato se si pensa che nel 2021 la media delle prestazioni era di 6,5. Gli stranieri rappresentano il 59,6% di questa utenza, con punte che arrivano al 68,5% e al 66,4% nel Nord-Ovest e nel Nord-Est della Penisola. L’età media degli assistiti è di 53 anni per gli italiani e di 40 per gli stranieri, accumunati tutti, specifica il rapporto, da un basso livello di istruzione e fragilità occupazionale. Nonostante gli sforzi, però, sono ancora moltissime le persone che non riescono a risollevarsi. La principale fetta degli assistiti è seguita dalla Caritas da oltre cinque anni (24,4%), il 21% di quest’ultimi da 2 anni, mentre il 9,3% da tre o quattro anni.

Assistiti e povertà croniche

Rispetto al primo semestre 2022, nello stesso periodo del 2023 emerge un calo di assistiti pari al -2,3% ma risultano in crescita le povertà croniche, ossia coloro che vengono assistiti da molti anni (+9,6%). Cala nel 2023 sia la quota delle persone accolte per la prima volta dalla Caritas (-7-2%) che quella dei nuclei familiari (-5,4%), mentre risultano in crescita le prese in carico delle persone sole (+5,4%) e dei divorziati (+3,2%). Un dato sconcertante del rapporto riguarda, invece, le persone senza fissa dimora che in soli 12 mesi sono aumentate del +12,3%, dato che conferma come torni a rafforzarsi la grave esclusione sociale e abitativa.

Pagare le bollette più difficile

Il Rapporto specifica che il 9,9% della popolazione italiana (dato Eurostat/Istat) ha difficoltà a pagare le bollette delle utenze domestiche e fa fatica a poter riscaldare la propria casa. Questa situazione ha subito una tendenza in crescita negli ultimi dieci anni, con un incremento accentuato negli ultimi due anni, e solo nel 2022 il 19,1% degli assistiti Caritas ha ricevuto un sussidio economico (86mila in totale) destinato a supportare i bisogni energetici delle persone in difficoltà. Redditi bassi e precari sono tra le cause scatenanti che alimentano la povertà energetica, soprattutto perché, sottolinea il rapporto, molte persone in questa condizione devono fronteggiare l’urgenza di pagare le bollette per evitare il possibile distacco delle utenze. “La povertà di transizione deve essere affrontata con non solo attraverso misure compensative a breve termine ma con misure di accompagnamento organiche, in grado di cogliere gli elementi di cambiamento profondo che investono la nostra società ed evitare che il costo di questo cambiamento si abbatta soprattutto sulle fasce più fragili e vulnerabili. Occorre sviluppare un atteggiamento nuovo, basato sull’idea di ‘cittadinanza energetica’, in cui la consapevolezza di diminuire il carico di carbonio dell’attività umana di può tradurre in un nuovo protagonismo, con iniziative di auto consumo e autoproduzione”, spiega la Caritas nel rapporto”.

 

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