sabato, 16 Novembre, 2024
Politica

Pnrr. Fitto: nel 2023 pronti 35 miliardi. Ok anche dal Terzo polo

Opposizioni all'attacco. Schlein: Governo incapace. Appendino: solo scelte vigliacche

Il ministro Fitto sul Pnrr rassicura e bacchetta. Per il responsabile delle politiche Ue, Pd, 5S e Sinistra sbagliano bersaglio, e derubrica gli attacchi a “surreali”. Il Piano nazionale di Ripresa per Fitto è già una realtà, “è entrato in una fase che completerà il suo iter entro il 2023 e ci consentirà di ricevere 35 miliardi che è l’intera somma prevista”. Alla Camera il ministro sfodera sicurezza: “Rivendico con forza”, scandisce, “l’azione del governo e del presidente del Consiglio Giorgia Meloni i risultati raggiunti”. Il vento del Centrodestra sul Pnrr raccoglie anche il voto positivo del Terzo Polo che si schiera con la maggioranza. Il ministro sbandiera la sua determinazione. “Soddisfatto del lavoro fatto fino a qui, lavoreremo per salvaguardare tutti gli interventi”.

Le comunicazioni del Governo sulla revisione complessiva degli investimenti e delle riforme inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sembrano per il responsabile delle politiche europee una passeggiata. Al voto finale la sua relazione raccoglie l’ok convinto del Centrodestra e del Terzo Polo. Dopo aver incassato dall’Unione europea la terza rata da 16 miliardi e il via libera per le modifiche sulla quarta, accompagnate dall’entusiasmo della Commissaria von der Leyen con: “Italia avanti tutta”, il Governo si sente spronato ad agire.

La promessa del ministro

“Quando al Consiglio europeo di febbraio il presidente del Consiglio ha individuato come tema necessario l’inserimento della flessibilità nei programmi come il Pnrr e la coesione ha compiuto una scelta lungimirante”, ricorda Fitto, “Lavoreremo per salvaguardare tutti gli interventi” legati al Pnrr “sino in fondo”. “Abbiamo la possibilità di capire quali progetti potranno essere spostati su altri piani di intervento”. Sottolinea ancora il ministro: “Venerdì la Commissione Ue ha dato il via libera alle proposte che il governo ha messo in campo sia relativamente all’approvazione della terza rata con modifiche che alla quarta. E’ stato un lavoro molto complesso e articolato”. Per Fitto il lavoro dell’Italia non è passato inosservato a Bruxelles, c’è stato, rivendica, un “apprezzamento pubblico da parte di molti esponenti Ue. Il coordinamento e il confronto costante con l’Ue sta producendo dei risultati positivi”.

Dispiaciuto e deluso dagli attacchi sulla revisione degli investimenti del Pnrr e le critiche piovute sui definanziamenti di alcuni progetti: tratte ferroviarie, edilizia, asili, Fitto si mostra sorpreso. “Non considero positiva la costruzione di una polemica su questi obiettivi”, osserva e rilancia, “abbiamo ascoltato per giorni, e di questo sono dispiaciuto e deluso, della responsabilità di questo governo sul fronte degli asili nido. Questo è surreale. Noi nell’ambito degli asili nido abbiamo lavorato per individuare soluzioni e modificare gli obiettivi intermedi e abbiamo individuato 900 milioni aggiuntivi per un nuovo bando che dà una risposta su questa direzione. Altro che tagli”

Risorse per 35 miliardi

Sulle prospettive il ministro per le politiche europee dice di essere sulla strada giusta. Racconta in Aula che il lavoro è a buon punto, il Piano “completerà il suo iter entro il 2023 e ci consentirà di ricevere 35 miliardi che è l’intera somma prevista”, calcola indicando le risorse complessive della terza e quarta rata. Così come le polemiche delle opposizioni non inciampano l’iter concordato con Bruxelles.

“Gli interventi previsti all’interno del Pnrr vanno avanti regolarmente. Non c’è nessuna interruzione rispetto a tutto ciò che è previsto”. “Le nuove misure individuate non saranno oggetto di definanziamento, andranno avanti regolarmente”. Rinfrancato dagli applausi dei colleghi parlamentari del Centrodestra, Fitto alza la posta e arriva a lambire un tono polemico. “Il Governo sta garantendo il finanziamento per tutti gli interventi, perché gli interventi restano garantiti. Lo dico ai sindaci, a chi ha immaginato scenari catastrofici. Saranno oggetto di un confronto con l’Ue”.

La lotta all’evasione

La comunicazione del ministro si sofferma anche sul capitolo riforme. Inizia con il fisco.
“Sul tema dell’evasione fiscale nell’ambito del Pnrr c’è una serie di misure per incoraggiare l’adempimento degli obblighi fiscali e tra le prossime scadenze vi sono dei target definiti in termine di risultato”, puntualizza ancora Fitto. “Il contrasto all’evasione fiscale rappresenta un’assoluta priorità dell’azione del nostro governo”.
“Io vi invito a leggere complessivamente le dichiarazioni del presidente Mattarella”, ricorda il ministro, “cui noi facciamo riferimento con grandissimo spirito di rispetto istituzionale. In una delle sue ultime dichiarazioni ha detto con chiarezza che quando lui ha fatto il richiamo degasperiano che ci si mettesse alla stanga lo ha fatto a tutti, al governo, alle opposizioni alle parti sociali e alle organizzazioni di categoria. Lo ha fatto al Paese. Ecco noi lavoreremo con questo spirito”, assicura tra gli applausi il ministro, “nel solco del messaggio del presidente Mattarella: lo faremo con senso di responsabilità, sapendo che questa non è una partita solo del nostro governo, ma è la partita del Paese”.

La giustizia, pronti 20 decreti

Durante la replica, il ministro Fitto puntualizza anche l’azione del Governo sulla giustizia civile: “Vorrei garantire e assicurare che sul tema della giustizia civile e penale sono in via di definizione, a giorni, oltre 20 decreti che saranno adottati. Non stiamo riducendo l’obiettivo, ma lo stiamo aggiornando”.

Basta soldi a pioggia

Su un tema fondi e sostegni il ministro è perentorio, non ci saranno soldi a pioggia. L’occasione della sottolineatura arriva con la riflessione fatta sull’Ecobonus: “L’Ecobonus che noi immaginiamo non punta solo alle famiglie meno abbienti, che chiaramente rappresentano una priorità, ma anche ai giovani e ai condomini”. Iniziativa che si vedrà “nella fase di attuazione”: “quindi non soldi a pioggia, come fatto precedentemente con gravi rischi e problemi per le casse dello Stato”, evidenzia, “ma risorse mirate a chi ha bisogno di un sostegno perché ne ha realmente una necessità”.

Ritardi pagamenti PA

Raccogliendo le richieste delle imprese Fitto ammette che sulla PA ci saranno iniziative. “Sui ritardi di pagamento, confermo la sensibilità del governo”, osserva, “su questo aspetto, e ricordo che con una norma abbiamo affrontato il punto con un sistema che prevede la rendicontazione normativa al 30 giugno 2023 e recentemente abbiamo adottato una norma nel decreto sulla governance che introduce nuove disposizioni”. In merito alla riduzione dei tempi: “la modifica proposta non è un rinvio della riduzione dei termini ma solo un rinvio della verifica in relazione all’attivazione di sistema monitoraggio molto complesso”.

Transizione industriale

Tra i temi quello dello sviluppo sostenibile legato a nuovi modelli produttivi. “Stiamo lavorando anche in sinergia con tutte amministrazioni locali per rispettare i termini. Non è un argomento semplice ma non c’è l’idea di un rinvio”, rivela Fitto. Sulla Transizione 5.0, che prevede 4 miliardi per incentivi automatici, “questa misura tende ad assicurare la continuità operativa del Piano Industria 4.0 rafforzandolo”.

Schlein: Governo incapace

Tagliano corto le opposizioni, che giudicano l’intervento del Ministro per le politiche europee sbagliato e contraddittorio.
”Siamo preoccupati per il Paese”, esordisce la segretaria del Pd, Elly Schlein,”intervenendo in Aula, “e c’è il sospetto non solo che siate incapaci di gestirlo ma che qualcuno speri in un segnale”. Per la leader Pd il Governo accumula ritardi ed errori. “State giocando con la credibilità dell’Italia”, basta ldice Elly Schlein, “piantare bandierine ideologiche negli occhi dei più poveri” coi tagli, “se volete condurre in porto il Pnrr noi ci siamo, tifiamo per l’Italia e vogliamo metterci alla stanga: a voi la possibilità” di invertire la rotta ascoltando sindaci e opposizioni “di fermare questi tagli per non perdere questa occasione storica”.

Servizio studi, i tagli ci sono

A dare un elemento di analisi alle opposizioni il Servizio studi del Parlamento che in una relazione, resa nota dal quotidiano La Repubblica, ricorda come dal Pnrr siano stati tagliati 16 miliardi. Una cifra che manderebbe in tilt decine di progetti per la lotta al dissesto idrogeologico, la rigenerazione urbana, la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia. Sono, per il Servizio studi alcuni degli investimenti che non vedranno mai la luce. Il documento ieri tuttavia non è risuonato nell’aula parlamentare. Dai sindaci e opposizioni richiamo critici ma su altri temi.

I sindaci in allarme

Per i sindaci la situazione vie è riassunta dalle parole di Decaro, presidente dell’Anci. “Il Pnrr è già stato stabilito. Sono risorse che sono state già distribuite ai soggetti attuatori che sono ministeri, Agenzie dello Stato e Comuni. Anche qui, ci sono stati tolti 13 miliardi di euro su 16 e ancora non capiamo perché”. “Un mese fa”, ricorda, “abbiamo fatto vedere a tutti gli esponenti del Governo che i Comuni sono l’unico soggetto attuatore che sta spendendo le risorse. Per fare l’esempio degli asili nido: abbiamo impegnato risorse per il 92,4% dell’ammontare complessivo perché entro la fine di giugno abbiamo fatto le gare. Noi, quei soldi, li abbiamo impegnati. Sono arrivato a quella riunione con un mattone, era il mattone di un asilo nido che stiamo costruendo in un comune della provincia di Latina. Non so perché si tolgano i soldi ai Comuni che invece stanno lavorando e dimostrando che i soldi poi si spendono”. “Di quei 6 miliardi del ministero dell’Interno, 2 miliardi e mezzo li abbiamo spesi e oggi quelle risorse vengono tolte e saranno sostituite non abbiamo ancora capito come e quando”, spiega il presidente dell’Anci sottolineando che “ci sono soggetti attuatori come i ministeri o le agenzie dello Stato che sono ferme al palo, che non hanno ancora fatto le progettazioni esecutive di quelle opere che devono realizzare. Perché toglierle ai Comuni?”.

Napoli, tempi non rispettati

Osservazioni critiche anche dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “È una decisione che mi lascia abbastanza perplesso. Non abbiamo avuto comunicazioni dal Governo e mi risulta che questa sia una proposta del Governo alla Commissione europea in tema di rinegoziazione del Pnrr, ma noi andiamo avanti come se nulla fosse per rispettare i tempi”, commenta Manfredi che si dice preoccupato per la rimodulazione del Pnrr a seguito della quale restano fuori i progetti di riqualificazione Re-Start Scampia e di Taverna del Ferro, precedentemente finanziati e per cui il Comune ha espletato e aggiudicato le gare. Manfredi ricorda inoltre, per quanto riguarda Scampia l’apertura del cantiere è fissata per il mese di ottobre mentre a Taverna del Ferro entro la fine dell’anno. “Noi non vogliamo mancare questi obiettivi”, sottolinea il sindaco, “che sono estremamente importanti in primo luogo per dare una risposta a territori che hanno bisogno di questa riqualificazione e dunque non arretreremo rispetto a questa scelta e poi c’è anche il tema dei vincoli di contratti fatti con le imprese che significa anche dare opportunità di lavoro”.

Della Vedova, Pnrr vuoto

L’intervento di Della Vedova (+Europa). “Se oggi Meloni fosse seduta sui banchi dell’opposizione, con la benzina a 2 euro e mezzo, il record di sbarchi e il dato di crescita più basso d’Europa, avrebbe come minimo chiesto la crisi di governo. E invece oggi abbiamo ascoltato mezz’ora di arringa difensiva di Fitto sulle polemiche dell’opposizione sul Pnrr”. Polemizza Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa. “Fitto non ha dato risposte sulle riforme, che per noi insieme agli investimenti sono fondamentali per la produttività in Italia. Non ha dato risposte sulla concorrenza: non ci ha spiegato perché questa riforma è un guscio vuoto, e non sono stati affrontati neanche i temi sensibili come balneari e taxi: un danno per l’Italia”.

Il M5S: folle scelta del Governo

Critiche e polemiche a tutto campo quelle di Chiara Appendino, deputata M5S, “Nel momento in cui gli scaricate addosso la vostra folle scelta di tagliare sul sociale. Scaricate sui sindaci le vostre incapacità, è un atteggiamento vigliacco. Unica cosa di buon senso che dovreste fare oggi è convocare un Consiglio dei ministri subito per aiutare le famiglie in difficoltà. Smettetela di usare in modo intimidatorio le istituzioni per i fallimenti che volete nascondere”.

Ok alla relazione, c’è il Terzo Polo

Al termine della discussione è poi arrivato il sì dell’Aula di Montecitorio alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del ministro delle Politiche europee. Nel documento si afferma che “il governo è impegnato a trasmettere la proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, comprensiva del capitolo REPowerEU, alla Commissione europea, e ad assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento, nonché la leale collaborazione con le Regioni e gli enti locali e la continua partecipazione del partenariato economico e sociale nelle fasi successive alla trasmissione di detta proposta e alla sua approvazione da parte del Consiglio”. A favore per alcune parti della risoluzione del Terzo polo, che ha votato con la maggioranza. Bocciate invece le risoluzioni delle opposizioni, messe al voto per parti separate e per singoli capoversi.

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