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STEFANO BONACCINI PRESIDENTE REGIONE EMILIA ROMAGNA

Se Bonaccini detta la linea

domenica, 23 Luglio 2023
1 minuto di lettura

Il segretario del Pd è Elly Schlein. Ma Stefano Bonaccini sa di avere il consenso maggioritario all’interno del partito. È la schizofrenia del Pd dovuta allo strano meccanismo della doppia votazione per il segretario, prima lo votano gli iscritti e poi i gazebo.

Da quando è stato sconfitto dalla giovane leader, Bonaccini  ha  praticato una saggia politica di nervi saldi e di responsabilità: non si è messo di traverso a Schlein, ha auspicato l’unità del partito, ha frenato chi cominciava a pensare a qualche scissione. Insomma si è comportato da vero e profondo conoscitore delle vare anime del Pd e ha pensato bene di evitare una deflagrazione.

D’altro canto, se uno si sente vincitore reale, anche se la vincitrice formale è un’altra, perchè mai dovrebbe sfasciare un partito che lo ha voluto fino a quando ha potuto decidere senza gli apporti incontrollabili del gazebo?

Le Energie popolari di Bonaccini sono dunque non una corrente tra le tante del Pd ma il punto di aggregazione di varie anime che se dovessero fare riferimento solo a Schlein rischierebbero di andare ciascuna per la propria strada.

Sempre pacato nei toni, ma senza nulla concedere, Bonaccini ha di fatto lasciato intendere che la linea al partito la vuole dettare lui. E si tratta di un linea che diverge in molti punti da quella del segretario. Il Pd di Bonaccini punta a recuperare il consenso nelle fabbriche, nel mondo produttivo, nell’elettorato tradizionale ed è poco propenso a inseguire battaglie minoritarie, basate su rivendicazioni di diritti che il corpaccione del partito non sente come prioritarie.

Bene ha fatto a dire un chiaro no alla gestazione per altri e a richiamare Schlein alla concretezza nelle politiche sociale, quelle che sono mancate in questi anni in cui il Pd è stato nella stanza dei bottoni. Sul rema delle alleanze Bonaccini ovviamente pensa  ai numeri e quindi ritiene che la sinistra debba  allargarsi. Ma se crede di ottenere questo risultato con l’abbraccio con i 5stelle, si sbaglia. Il Pd dovrebbe puntare a recuperare al voto gli astenuti che sono tanti e che sicuramente non sono delusi dalla destra che ha vinto le elezioni.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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