In Italia le compagnie assicuratrici svolgono un importante ruolo socio-economico che genera benefici individuali e collettivi, in una posizione di sussidiarietà rispetto al pubblico in settori quali la previdenza complementare, la sanità integrativa, la protezione dai rischi per i cittadini. Lo ha affermato il nostro Presidente della Repubblica nel suo messaggio inaugurale inviato all’Assemblea annuale dell’Ania. “La riduzione dei rischi – ha detto Mattarella – è un fattore essenziale per generare una società in cui sia concreta la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti. Le imprese assicuratrici sono altresì elemento essenziale quali investitori di lungo periodo per la stabilità finanziaria, contribuendo a sostenere settori determinanti per la crescita del Paese”.
Aumentati i costi RC Auto, che però riducono divario con la media UE
Il 2022, nonostante le sue complessità, si è chiuso con un consolidamento delle compagnie di assicurazione anche se la redditività del settore si è ridotta. “Gli indici di solvibilità – ha spiegato il presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina – sono rimasti pressoché stabili a livelli di assoluta sicurezza: due volte e mezzo i minimi di legge, in linea con la media europea. Il volume degli investimenti è stata pari a 900 miliardi”. L’inflazione, però, ha pesato sui rami danni, che ha provocato un aumento delle componenti di costo, il quale a sua volta si è riflesso in un rialzo del combined ratio (il rapporto tra il costo dei sinistri, le spese di gestione e i premi), in particolare nel comparto della Rc auto. Ciononostante, il prezzo dei premi ha drasticamente ridotto il divario rispetto alla media europea, passando da 213 euro nel periodo 2008-2012 a 40 euro nel 2022, nonché quello tra le diverse aree del territorio nazionale. “Si è trattato di sviluppi estremamente positivi – ha dichiarato Farina – di cui hanno beneficiato tutti gli assicurati”. Difficoltà nei rami vita per il calo della raccolta premi e l’aumento delle minusvalenze nette, che hanno determinato una riduzione del risultato di esercizio che è passato da 4,3 miliardi nel 2021 a -0,4 miliardi.
Essenziale sfruttare bene il Pnrr
Anche in questo settore molte le aspettative rispetto al Pnrr, che però non va visto come una ”bacchetta magica” o una “palude” in cui affonderemo, quanto un percorso da fare insieme, ha fatto presente il presidente Ania. Secondo Farina, che condivide le sue priorità (ambiente, sicurezza energetica, diritto alla salute, diritto all’educazione fin dalla prima infanzia, parità di genere, trasformazione tecnologica e digitale, sviluppo delle infrastrutture, specie nel Mezzogiorno), “usare bene il Pnrr diventa dunque essenziale.
Lo è per tenere il passo dei nostri Paesi partner, lo è per creare le condizioni di crescita del futuro”.
Un welfare che integri in maniera equa le risorse pubbliche e private
Associare il sistema pubblico di welfare con l’assicurazione privata ha già dimostrato la sua efficacia nella condivisione dei rischi e nel promuovere la prevenzione. Per l’Ania, che mette a disposizione del Governo i propri studi di settore, si tratta di creare un sistema di protezione più inclusivo e capace di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini soprattutto nei campi della previdenza, della sanità, della gestione della non autosufficienza e della difesa dai danni derivanti da catastrofi naturali. “Sui rischi legati al cambiamento climatico – ha aggiunto Farina – sono sempre più evidenti le conseguenze macroeconomiche che possono derivare da eventi meteo estremi. Tutte le autorevoli raccomandazioni internazionali individuano l’assicurazione contro le catastrofi come strumento chiave per contenere le perdite. Essa favorisce finanziamenti rapidi per la ricostruzione e incentiva la mitigazione del rischio”. Aspetti vitali per un Paese così esposto come il nostro. “E qui noi italiani non siamo certo all’avanguardia in Europa – ha concluso la presidente -. Se si includono anche i terremoti, la quota di danni assicurati in Italia non supera oggi il 14% del totale: è di gran lunga il dato più basso fra i principali paesi europei”.