venerdì, 15 Novembre, 2024
Attualità

In Tunisia a rischio la sicurezza alimentare

La Giornata nazionale dell’agricoltura e della pesca, che è coincisa con il 59° anniversario dell’evacuazione agricola tunisina (12 maggio 1964), è stata un importante occasione per mettere in luce il percorso storico dell’Unione tunisina dell’agricoltura e della pesca sulla via del consolidamento dell’opzione di riforma e della promozione del settore, data in particolare la situazione critica del settore agricolo da un lato, e il consolidamento del principio di libertà, indipendenza e democrazia dall’altro. La Tunisia ha commemorato questa giornata alle prese con una crisi della sicurezza alimentare, con il declino dei sistemi di produzione nel settore agricolo negli ultimi anni, e l’assenza di strategie chiare per salvare il settore.   Le autorità pubbliche si erano impegnate, a prendere decisioni importanti e che sarebbero state annunciate in occasione della Giornata Nazionale dell’Agricoltura. Il ministero dell’Agricoltura ha deliberato un aumento eccezionale del prezzo di accettazione del grano duro di 10 dinari al quintale, portando il suo prezzo di accettazione a 140 dinari. L’aumento arriva dopo che gli agricoltori e gli operatori del settore hanno chiesto un aumento per raccogliere l’intera produzione di grano duro e aprire la strada alla sua promozione su percorsi paralleli e assicurare i semi per la prossima campagna.   UTAP stima che il raccolto di cereali per questa campagna non supererà i 2 milioni di quintali, avendo precedentemente annunciato la sua previsione di produzione di grano di 3,5 milioni di quintali, il che significa che la produzione è scesa a meno di un terzo della produzione della scorsa stagione quando la produzione ha raggiunto i 7 milioni di quintali. Si stima che quest’anno sia il più difficile per il settore agricolo dopo sette anni di siccità, legati alla scarsità d’acqua, avendo il ministero dell’Agricoltura adottato una serie di misure, tra cui il razionamento dell’uso delle risorse idriche.   Inoltre, l’Unione lavorerà con il Ministero dell’Agricoltura e il resto delle parti interessate secondo una nuova visione sindacale che rompe con le agende politiche, per stabilire una nuova strategia agricola nazionale basata sulla razionalizzazione dell’uso dell’acqua e sulla base di metodi non convenzionali risorse idriche, come l’accelerazione dei progetti di desalinizzazione dell’acqua di mare e della produzione agricola fuori terra, l’aggiornamento della carta agraria per renderla compatibile con l’attuale situazione agricola e la particolare importanza data alla produzione di carni di ogni genere e al sistema lattiero-caseario. Il calo delle precipitazioni ha inciso sulla stagione della frutta estiva, la cui produzione nazionale ha registrato un calo del 24%.   Secondo i dati presentati giovedì, in una riunione del Gruppo interprofessionale frutticolo (GIFruits), la produzione nazionale di frutta è stimata in 223mila tonnellate nella stagione 2022/2023 contro una produzione di 294,5mila tonnellate nell’ultima, con un calo del 24,3%. Questi dati hanno mostrato che la stagione di produzione della frutta durante l’estate ha registrato un ritardo di quasi 20 giorni (fase di maturazione) per le varietà precoci rispetto alla scorsa stagione. Questa carenza ha interessato a ritmi diversi tutta la frutta, in particolare la produzione di mandorle secche, la cui produzione è stimata in 46,2 mila tonnellate, registrando un calo del 33,5% rispetto alla scorsa stagione. Si registra anche un calo della produzione di pesche e nettarine del 24% rispetto alla produzione della stagione precedente. Questa carenza è spiegata da fattori climatici che hanno influenzato la fisiologia degli alberi da frutto nelle sue diverse fasi, in particolare il calo delle ore fredde per diverse varietà, oltre all’innalzamento delle temperature nei mesi di novembre e dicembre.

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