Stop alla vendita dell’olio di oliva in modo sfuso. È la decisione presa dall’Unione europea su sollecitazione delle Associazioni di produttori italiani. “Agrinsieme esprime grande soddisfazione per la decisione della Commissione Ue di ritirare la proposta di modifica delle norme di commercializzazione per consentire la vendita di olio di oliva sfuso”, scrive Agrinsieme che rappresenta il coordinamento delle aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Confcooperative FedAgriPesca e Legacoop Agroalimentare).
No a vendite senza controlli
Agrinsieme infatti aveva “fortemente caldeggiato questo esito nei vari tavoli di confronto a livello nazionale ed europeo”, fa ci presente il coordinamento delle Cooperative agricole, “sottolineando la pericolosità dell’apertura alla vendita di olio sfuso per diversi motivi, in particolare per il rischio di peggioramento della qualità del prodotto e la difficoltà a eseguire i controlli necessari per evitare frodi e garantire sicurezza del consumatore”.
Conservazione errata
Per l’Associazione delle imprese e cooperative agricole la vendita di olio sfuso non garantisce la qualità dei prodotti. “In caso di bottiglie aperte e riutilizzabili”, spiega il Coordinamento, “non ci sarebbe infatti alcuna garanzia né della qualità, né del rispetto delle norme igieniche. La vendita di olio sfuso comporterebbe sicuramente una conservazione inadeguata per errata esposizione alla luce e al calore, per l’ossidazione e la contaminazione da batteri”.
Tutelare la qualità ottimale
“Inoltre”, aggiunge Agrinsieme’ “la vendita di olio sfuso avrebbe potuto vanificare gli sforzi compiuti dagli operatori e dagli Stati membri per garantire il rispetto delle norme di commercializzazione degli oli d’oliva”. “Nel corso degli anni”, prosegue Agrinsieme, “gli operatori si sono impegnati affinché la qualità del prodotto immesso sul mercato interno ed esportato fosse ottimale, sensibilizzando i consumatori anche sui valori nutrizionali e aumentandone la riconoscibilità. Con la vendita di olio sfuso sarebbero stati annullati molti risultati fin qui ottenuti”.
L’impegno del Ministero
Alla decisione della Commissione nell’ultima riunione del Comitato di gestione ha contribuito l’azione congiunta dei Paesi dell’area del Mediterraneo. “Agrinsieme”, infine, “ringrazia il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, che ha compreso e sostenuto nelle sedi europee l’istanza della filiera produttiva nazionale per la valorizzazione del settore dell’olio di oliva”.