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Travel or turism concept. Old suitcase with passport on the world map. Vintage background. 3d illustration

Turismo: sfiorate 400Mln di presenze in Italia

martedì, 3 Gennaio 2023
1 minuto di lettura

Assoturismo-CST ha rivelato che la filiera del turismo torna a respirare dopo due anni terribili e il 2022 lo chiude sfiorando le 400 milioni di presenze, con un balzo del +38,2% sul 2021. Un risultato decisamente positivo, anche se non sono ancora stati raggiunto i livelli pre-covid. Il comparto registra dunque una robusta ripresa di arrivi e presenze, grazie soprattutto al forte aumento dei turisti stranieri e al rafforzamento della domanda italiana. Risultati positivi sono stati raggiunti dagli imprenditori della ricettività in tutte le regioni e per le diverse tipologie di prodotti turistici, ma in assoluto le città/centri d’arte hanno registrato la crescita più rilevante ma nel confronto con il 2019 i dati segnano ancora il -8,5% di presenze e il -14,5% di arrivi.

A trainare soprattutto i visitatori europei, anche se si rileva un forte aumento anche di viaggiatori dal nord America (USA in testa). Il forte recupero dei flussi stranieri ha dato il maggior contributo alla crescita e l’incremento stimato è del +83,4% sul 2021 anche se la differenza con i dati del 2019 segna il -11,8%.

Il mercato dei turisti italiani, invece, ha registrato un incremento del +11,9%, per un totale di 204,8 milioni di presenze (-5,2% rispetto al 2019). Il movimento nelle strutture alberghiere è stimato in crescita del +45,6%, mentre l’extralberghiero si ferma al +27,6%.   Sulle previsioni per i primi tre mesi del 2023 permane sempre un certo ottimismo ma con ampi margini di incertezza. L’opinione di oltre un quarto degli intervistati, su un campione di 1.334 imprenditori, è di una ulteriore crescita del settore, ma a ritmi decisamente più contenuti.

Per il 54% le aspettative sono di una sostanziale stabilità del mercato e il 20% circa prevede, invece, una diminuzione dei flussi turistici. Una crescita economica lenta dell’area euro, l’elevata inflazione e l’aumento dei prezzi dell’energia, aggravati dal prolungamento della guerra in Ucraina, potrebbero rallentare la ripresa già nei primi mesi del prossimo anno.  1

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