mercoledì, 24 Aprile, 2024
Economia

La corsa del bio: 80 mila imprese e 4.3 miliardi di acquisti. Coldiretti: controlli verso l’import

L’Italia è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico. Sono balzati a 80 mila 643 gli operatori coinvolti nella filiera del bio che ora attendono l’approvazione della nuova legge che è in discussione alla Commissione Agricoltura della Camera. Oltre al numero di imprese e addetti quello che è salito a livelli considerevoli è il giro d’affari dei prodotti bio.

È stata toccata la cifra record di 4,3 miliardi di euro e riguarda i consumi domestici di alimenti biologici. Un fatturato ottenuto grazie alla svolta green e salutista degli italiani con l’emergenza Covid. Il Lockdown e la richiesta di cibo di qualità hanno determinato un aumento degli acquisti del 7% nel 2020 rispetto all’anno precedente. Sodisfatta la Coldiretti che ricorda come il biologico festeggia 30 anni dalla nascita del “Regolamento relativo al metodo di produzione biologico dei prodotti agricoli”, era il 24 giugno 1991.

“Da allora i consumi nazionali sono cresciuti senza interruzioni ed oggi il biologico”, sottolinea la Coldiretti, “è nel carrello di circa sette famiglie italiane su dieci (68%)”.

La domanda crescente ha proiettato l’Italia ad essere il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico. Ma la crescita va governata.

“In un Paese come l’Italia che è leader in Europa nel numero di imprese impegnate nel biologico occorre approvare subito la legge nazionale”, sollecita la Coldiretti, “senza cambiamenti strumentali sul biodinamico finalizzati solo a bloccare il definitivo via libera. Il testo prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale”. La rivoluzione biologica viene sostenuta anche da quella digitale.

“Il provvedimento, sostiene”, spiega la Coldiretti, “anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione”.

A preoccupare è infatti l’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, con 2,8 milioni di tonnellate di prodotto bio arrivate nell’Unione Europea nel 2020 con incrementi che vanno dal +33% per il riso al 40% per   olio di oliva, dal 40% per i limoni al 51% per le arance. “Una situazione che”, conclude la Coldiretti, “rende chiara l’urgenza di dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy ma anche rafforzare i controlli sui cibi bio importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal che punta ad avere in futuro almeno 1 campo su 4 (25%) coltivato a bio in Italia”.

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