sabato, 20 Aprile, 2024
Politica

Francesco Lollobrigida (FdI): “Meloni a 7 punti da Draghi? Noi leali e coerenti”

Giorni caldi per Giorgia Meloni: non ha gradito né il poco tempo lasciato ai parlamentari per studiare il PNRR né la scarsa coerenza di alcuni sulla sfiducia a Speranza. Ne parliamo con Francesco Lollobrigida, Capogruppo alla Camera di FdI.

Alla presentazione del PNRR alle Camere, Giorgia Meloni si è indignata per le modalità che sembravano esautorare il ruolo del Parlamento. Chiedevate un maggiore coinvolgimento?
Nel giro di 24 ore abbiamo ricevuto due documenti diversi con pochissimo tempo per studiarli. Parliamo di centinaia di pagine, con schede tecniche e tabelle che vanno interpretate bene perché spesso nascondono informazioni importante tra le righe, come l’innalzamento delle tasse. Si sono lamentati tutti – regioni, sindaci, parlamentari – per non essere stati consultati. Alla fine chi lo ha scritto questo piano? È in gioco il principio della rappresentanza.

In effetti, nell’ultima versione i fondi destinati al Sud sono passati dal 70 al 40%….
Se vogliamo dare una vera opportunità al Sud dovevano essere almeno al 50% e con fondi perequativi. Le misure dovevano essere dettagliate e non semplicemente di indirizzo e bisognava confrontarsi con le amministrazioni locali sui reali bisogni dei territori. Sono previste, per esempio, opere per la Sicilia che alla regione non servono.

Vi siete arrabbiati anche sulla mozione di sfiducia sul ministro Speranza, dicendo che voi siete seri mentre altri non lo sono. Di chi parlavate, di Salvini?
Noi quando prendiamo un impegno lo manteniamo. Ci stiamo confermando come una forza politica coerente e leale, attraendo anche quell’elettorato disorientato post-ideologico che votando il M5S cercava serietà, onestà e capacità di elaborare idee. Noi stiamo riproponendo la visione di Patria, in cui l’interesse nazionale viene prima dello schieramento partitico.

Ritornando a Salvini e Speranza?
Se Speranza non va bene e si crea l’occasione per mandarlo via bisognerebbe approfittarne, no? Noi abbiamo proposto, all’ultima riunione dei capi-gruppo, una commissione di inchiesta per valutare l’operato del ministro, ma purtroppo Leu e Pd hanno detto no.

Secondo i sondaggisti la forbice del gradimento tra Draghi e Giorgia Meloni si sta riducendo, ci sono solo 7 punti di differenza, come lo leggete questo dato?
Lo attribuiamo a due fattori: da una parte Draghi sta perdendo consenso e dall’altra Giorgia Meloni si sta affermando come una leader leale e preparata. La nostra coerenza e linearità di comportamento è un punto di forza.

Parlando di giustizia, il “Palamara gate” apre serie riflessioni sulla divisione dei poteri in Italia. L’attuale situazione sembrerebbe grave quanto la pandemia…
Il problema della confusione dei poteri è un problema drammatico che dura da qualche tempo. Noi vorremmo una giustizia giusta. Per averla esiste una strada, che a nostro avviso è già scritta nella Costituzione, quella dell’equilibrio tra i poteri. Purtroppo, anche per una degenerazione della politica, la magistratura ha assunto un ruolo prevalente, di condizionamento della politica e di condizionamento all’interno della magistratura stessa esercitata su quei magistrati che non si sono schierati in termini ideologici. Questo è scritto nel libro di Palamara, ma era un fatto noto a molti. Magari il libro di Palamara ha esaltato la drammaticità di questi eventi, sottolineando il coacervo di criticità spesso attribuite alla malavita, non certo alla magistratura. Oggi tu hai una serie di “capi bastone” all’interno delle procure, spesso indirizzati da una obbedienza a una linea politica. Questo significa, spesso, arrivare a “colpire” non perché un soggetto sia colpevole, ma perché è il nemico/avversario di natura politica o di natura politica interna alla magistratura.

Ha ragione, quindi, Cassese quando propone una commissione di inchiesta?
Noi abbiamo proposto una commissione d’inchiesta sulla vicenda a monte. L’equilibrio dei poteri giudiziari e politici devono essere rimessi in ordine e noi crediamo che, anche con il prossimo Presidente della Repubblica, debba essere un obiettivo fondante interrogarsi se questa Italia risponda ancora a dei criteri di garanzia per i cittadini, di giustizia e di libertà, oppure se, in questa grande confusione, si stiano sacrificando i diritti, immaginando di averne dei vantaggi. il Presidente Mattarella nel 2019 disse (proprio il 25 Aprile) che quando un popolo comincia a pensare di poter perdere diritti, per avere magari garanzie economiche, piuttosto che maggiore sicurezza, le cose non finiscono bene.

Quando sceglierete i candidati di Roma, Milano, della regione Calabria?
Nei prossimi giorni convocheremo la cabina di regia, sicuramente entro maggio.

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