Partendo dalla Sicilia che non ti aspetti, è nata l’idea di un viaggio attraverso storie di successo dell’Isola che ora vivono nella piattaforma digitale di Birra Messina “La Sicilia si sente”: 9 storie, una per ognuna delle 9 province siciliane, 9 esperienze diverse che, attraverso la voce dei protagonisti, parlano di chi “ce l’ha fatta”, emergendo in contesti difficili con coraggio e passione.
Storie di chi è nato sull’isola e ha scelto di vivere nella propria terra, trasformando antichi mestieri e tradizioni in scommesse imprenditoriali e in attività che valorizzano le bellezze naturalistiche e culturali dell’isola, soprattutto quelle meno note e fuori degli stereotipi. Partendo da una caratteristica tipica di questa regione: che sa stupire e meravigliare, perché ha sempre qualche bellezza segreta da mostrare, qualche perla nascosta, a volte sconosciuta anche agli stessi siciliani.
Per 9 settimane, le 9 storie di meraviglia inaspettata saranno raccontate direttamente dai loro protagonisti sui canali social di Birra Messina (Instagram e Facebook, mentre il racconto completo è disponibile sui canali web del brand e sul canale Youtube), con cadenza settimanale. A supporto della piattaforma, è di nuovo on air sulle principali reti televisive nazionali lo spot “La Sicilia si sente”, un affresco della Sicilia e dei suoi abitanti, scandito da una poesia in dialetto siciliano scritta ad hoc. Una ricerca realizzata da Birra Messina, in collaborazione con Doxa (su un campione di 600 siciliani) svela il lato meno noto dell’isola e alcune sue caratteristiche che raccontano la generosità, la passione e la ricchezza di un luogo unico al mondo.
La ricerca conferma che il 12% degli intervistati ammette di conoscere poco la propria terra, mentre l’84% del campione afferma con sicurezza che prova spesso un senso di meraviglia e stupore di fronte ad aspetti inediti e poco conosciuti dell’isola, provando subito il desiderio di condividere questa scoperta con amici e familiari. La ricerca svela anche i luoghi del cuore dei siciliani – quelli più intimi, fuori dalle rotte del turismo di massa -: primo fra tutti Borgo Cunziria (64%), seguito da San Mauro Castelverde (55%), da Rometta e Roccavaldina (54%), da Palazzo Acreide (47%) e Naro (46%).
E porta alla luce un fenomeno ancora poco noto di recupero di antichi mestieri che oggi dovrebbero essere riscoperti – magari in chiave moderna – e trasformati in progetti di vita lavorativa: al primo posto il puparo (65%), seguito dall’artigiano delle maioliche (57%), dal pescatore (52%), dal pastore (50%) e dall’agricoltore (49%). Mentre le ricette meno celebri che i siciliani vogliono ricordare affinché non se ne perda traccia e memoria, sono lo sfincione (67%), seguito dalla granita ai gelsi neri (64%), dalla pasta con i tenerumi (53%), dalla pasta ‘ncasciata, senza dimenticare la stigghiola (51%) e la pignolata (47%). Sono passati due anni da quando, grazie all’accordo tra Heineken Italia e la Cooperativa Birrificio Messina, Birra Messina ha lanciato Birra Messina Cristalli di Sale, suscitando prima curiosità e poi riscuotendo interesse e successo sul mercato.
“Per noi, anche grazie alla partnership con Heineken Italia – afferma Mimmo Sorrenti, presidente della Cooperativa Birrificio Messina – è iniziato non solo un nuovo percorso di stabilità, in un periodo così incerto, ma anche di crescita. Il 2020 è stato un anno complesso ma al contempo importante per noi, addirittura positivo per molti versi. Abbiamo messo in atto una serie di investimenti di grande impatto per il nostro birrificio e per la nostra isola, rendendo la nostra produzione più competitiva, facendo crescere noi e la rete di famiglie e fornitori che ruota intorno alla nostra realtà.
E questa è una grande soddisfazione. Soprattutto in un momento storico difficile come questo”. “Siamo riusciti a tenere duro e abbiamo potuto assumere 11 persone e fare investimenti determinanti per la nostra competitività – aggiunge Sorrenti -: una nuova sala cottura, una nuova cantina di fermentazione, l’ampliamento del reparto lieviti, l’acquisizione di un pastorizzatore flash, un nuovo magazzino e ultimo, ma non per importanza, un impianto fotovoltaico della potenza di 99,99 Kw che permette al birrificio di essere più green e sostenibile”.