domenica, 22 Dicembre, 2024
Esteri

Tensione Russia-Ucraina, Biden a Putin: vediamoci

Sale la tensione tra Russia e Ucraina e il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dopo aver intimato alla Russia di sospendere le attività, chiede al Presidente Putin un incontro faccia a faccia in un paese terzo per cercare di trovare una soluzione alla crisi e scongiurare una pericola escalation, avvertendo l’omologo russo della ferma reazione degli Stati Uniti in caso contrario.

Sono trascorsi sette anni dalla crisi ucraina e dalla cd. guerra del Donbass che, a seguito di una serie di feroci scontri e manifestazioni, basati sulla volontà della maggioranza della popolazione ucraina di contrastare la decisione dell’allora governo Yanukovich di allentare i rapporti con l’Unione Europea a favore di un ravvicinamento con la Russia, portò allo scontro aperto tra coloro che sostenevano le istanze pro-europeiste dell’Ucraina ed il fronte filorusso. Le milizie filorusse occuparono i palazzi istituzionali della Crimea la quale, a seguito di un referendum avvenuto nel marzo del 2014, approvò l’annessione alla Russia.

Successivamente, i ribelli aderenti al fronte filorusso riuscirono ad impadronirsi di alcuni palazzi governativi delle città di Donetsk, Charkiv e Lugansk, nell’Ucraina dell’Est, proclamando successivamente l’indipendenza della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Lugansk.

LA RUSSIA AMMASSA TRUPPE

La storia del confronto tra Ucraina e Russia prosegue da allora, con momenti di alta e bassa tensione, ma ultimamente sembra che gli animi abbiano ripreso a scaldarsi. Negli ultimi giorni, infatti, sono stati registrati importanti spostamenti di truppe russe verso il confine con l’Ucraina e in Crimea. L’agitazione deriverebbe dalla rinnovata crisi tra Kiev e le aree del Donbass e Lugansk sotto il controllo delle milizie filorusse, oltre alla sempre maggiore volontà dell’Ucraina di aderire alla NATO. Adesione che, secondo il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rappresenterebbe la soluzione per porre fine al conflitto nel Donbass ma che, al momento, non è nell’agenda dell’Alleanza Atlantica in quanto Kiev non ha ancora raggiunto la stabilità interna ed istituzionale necessaria per entrare a far parte della NATO.

Il portavoce del Presidente Putin, Dmitry Peskov, rispondendo alla richiesta della Cancelliera tedesca Angela Merkel di ritirare le truppe, ha dichiarato “siamo liberi di spostare le nostre forze armate, qualsiasi unità sul territorio della Russia a nostra discrezione”.

Come riporta la BBC, che cita alcune fonti dell’intelligence ucraina, i militari russi al confine orientale dovrebbero essere circa 40.000 ed altri 40.000 sarebbero posizionati in Crimea.

LA NATO NON STA A GUARDARE

Sulla base di quanto dichiarato da fonti del Ministero degli Esteri turco la scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno intenzione di inviare nel Mar Nero due navi da guerra. Da altre fonti risulta che le navi siano in navigazione e dovrebbero raggiungere la zona di operazioni nelle prossime ore. In questa fase di alta tensione si è pronunciato anche il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg il quale ha chiesto alla Russia di interrompere le manovre delle proprie truppe al confine con l’Ucraina. Stoltenberg ha affermato che “Il considerevole ammasso militare della Russia è ingiustificato, inspiegabile e profondamente preoccupante.

La Russia deve porvi fine, fermare le sue provocazioni e ridurre immediatamente l’escalation” ribadendo, inoltre, il pieno sostegno della NATO all’Ucraina e l’assoluta assenza di volontà nel riconoscere l’annessione illegittima della Crimea. Intanto Anche il Segretario di Stato Blinken ha confermato la posizione degli USA., garantendo il pieno sostegno all’integrazione atlantista dell’Ucraina.

Probabilmente la tensione presente in questi giorni nell’Est Europa è destinata a spegnersi. Nessuno degli attori coinvolti avrebbe utilità nel provocare un conflitto armato in questo momento. La situazione attuale dovrebbe, però, indurre l’Europa e la nuova amministrazione Biden a pianificare concretamente la risoluzione di uno scenario pericoloso ed imprevedibile alle porte del vecchio continente.

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