giovedì, 28 Marzo, 2024
Sanità

Dirigenti medici Anmi Inail: “Noi esclusi e dimenticati”

Richiesta: stesso trattamento dei medici del Servizio sanitario nazionale.

“Esclusi, emarginati, dimenticati”. Tre parole per sottolineare la loro amarezza e chiedere una svolta nel riconoscere il loro ruolo. Sono i “Dirigenti Medici Anmi Inail”, esponenti dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro che scrivono una lettera che inizia con un interrogativo: “Può il sistema Paese, permettersi di continuare a ignorare pezzi del Servizio Sanitario Nazionale”.

AMARA RIFLESSIONE

 “L’emergenza che ormai dura molto da tempo ha dimostrato in maniera inequivocabile che la tempestiva, corretta, lungimirante manutenzione delle risorse umane è la condizione essenziale perché la salute dei cittadini sia custodita e tutelata”, scrivono i Dirigenti Medici Anmi Inail, che affidano le loro riflessioni a “QuotidianoSanità” che nei giorni scorsi aveva reso nota una “amara riflessione dei dirigenti Medici del Ministero della Salute, che lamentano la loro posizione di pesante marginalizzazione all’interno della struttura ministeriale nella quale operano”, stesso discorso per i dirigenti Anmi Inail che sottolineano, “da moltissimi anni denunciamo l’instabilità che affligge la posizione normativa e contrattuale che compromette l’inquadramento giuridico e contrattuale dei Dirigenti Medici dell’Inail”

SUSSIDARIETÀ AL SSN

“Nel tempo abbiamo acquisito, accanto alle tradizionali attività medico-legali, compiti di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento dei lavoratori attinti da infortunio o malattia professionale. Abbiamo garantito cure in sussidiarietà al Sistema sanitario nazionale, nei mesi del lunghissimo confinamento della scorsa primavera, abbiamo assunto compiti nella sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori, stiamo garantendo la tutela dei lavoratori che hanno contratto la Covid sul lavoro”. Nella lettera si ripercorrono i motivi della loro esclusione sottolineando la richiesta di un giusto riconoscimento.

“Ma siamo esclusi, emarginati, dimenticati quando si tratta di riconoscere anche a questa fetta di personale sanitario il giusto riconoscimento per il contributo offerto. Non siamo certo gli unici a essere convinti che una condizione emergenziale come quella che stiamo tutti faticosamente e dolorosamente affrontando, imponga un cambio di passo, il superamento di logiche inadeguate ai tempi e ai contesti”.

RICHIESTE RAGIONEVOLI

Le richieste sono molteplici e si sollecita un confronto normativo.
“Riteniamo che vada accantonato l’approccio datoriale nella definizione degli inquadramenti contrattuali: a parità di funzioni esercitate, di condizioni di reclutamento e di istituti regolatori deve necessariamente corrispondere parità di inquadramento normativo e di trattamento economico. Al personale medico”, sottolineano nella nota i Dirigenti Medici Anmi Inail, “deve essere garantita l’integrale applicazione delle regole che governano il rapporto di lavoro dei Dirigenti Medici del Ssn”.

“Non si tratta di rivendicazioni sindacali: la persistenza di gravi difformità determina pesanti ricadute in tema di adeguatezza e sostenibilità delle organizzazioni, induce fatalmente la mancata attrattività di alcune collocazioni, nel medio periodo mette seriamente a rischio la tenuta dei sistemi”, conclude la lettera dei medici dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, “Non è consentito sprecare risorse, non si può semplicemente dimenticare che la tutela sanitaria pubblica, non è solo Ssn, ma un sistema integrato sostenuto da un’unica e condivisa finalità cui deve necessariamente conseguire un trattamento giuridico e contrattuale equo e armonico, non solo eguali competenze e responsabilità, ma pari dignità e trattamento”.

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